Un report dell’UNRAE e i dati di Motus-E ribadiscono la posizione di retroguardia del nostro Paese nel mercato delle auto elettriche e ibride plug-in, con la forbice nei confronti di Regno Unito, Francia, Germania e Spagna che continua ad allargarsi
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Se non ci fosse l’Italia… L’attuale disastro del mercato nazionale dell’auto elettrica si concretizza anche in questa frase, che comincia a fare capolino nei report statistici relativi alla diffusione della mobilità green nel nostro continente. Indagini nelle quali si mostra, appunto, la situazione del mercato europeo con e senza la componente italiana, quest’ultima reputata una sorta di anomalia capace di “falsare” in negativo le tendenze complessive.
Una situazione sconfortante che viene fotografata, ultimo in ordine di tempo, dal report dell’UNRAE, l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri. Al suo interno una nutrita serie di dati fra i quali, ahinoi, non c’è che l’imbarazzo della scelta per testimoniare l’attuale arretratezza del nostro Paese in tema di veicoli alimentati con batterie.
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Auto elettriche: tipologie
Prima di entrare nel merito del rapporto, forniamo delle rapide istruzioni per l’uso: con l’acronimo BEV (Battery Electric Vehicle) si intendono le auto a trazione unicamente elettrica; l’acronimo PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle) indica invece i veicoli ibridi plug-in; infine, a racchiudere entrambi i comparti, c’è l’acronimo ECV (Electric Chargeable Vehicle) che quindi identifica tutte le auto “con la spina” per la ricarica.
Non vengono invece inclusi nel comparto dei veicoli elettrici i mezzi HEV (Hybrid Electric Vehicle), dove la componente delle batterie è soltanto d’ausilio al funzionamento del motore termico alimentato con i combustibili fossili. Comparto HEV, peraltro, la cui quota del mercato europeo è tuttora largamente superiore a quella detenuta dal comparto ECV.
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Mercato auto elettriche Europa: dati del mese di maggio
Ciò premesso, l’indagine dell’UNRAE relativa all’andamento del mercato auto europeo nel mese di maggio attribuisce all’Italia una quota di mercato per gli ECV pari al 6,9%, con un aumento superiore al punto percentuale rispetto al 5,6% di aprile. Scomponendo il dato, il 3,6% è dovuto all’immatricolazione di BEV ed il restante 3,3% attribuito ai PHEV.
Le dolenti note, però, arrivano dal confronto dei risultati italiani con quelli degli altri quattro grandi mercati automobilistici europei. Un confronto, purtroppo, con degli esiti persino imbarazzanti (a maggio come nei mesi precedenti), sintetizzati dalla tabella a seguire.
- Regno Unito: ECV al 25,6% (BEV 17,6% e PHEV 8,0%)
- Francia: ECV al 24,1% (BEV 16,9% e PHEV 7,2%)
- Germania: ECV al 18,5% (BEV 12,6% e PHEV 5,9%)
- Spagna: ECV al 9,6% (BEV 4,6% e PHEV 5,0%)
- Italia: EVC al 6,9% (BEV 3,6% e PHEV 3,3%)
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Risultati della prima parte del 2024
La sostanza delle cose non cambia affatto se si prende in considerazione l’andamento dei primi cinque mesi del corrente anno, dove nel mercato europeo complessivo, le ECV detengono il 20,6% di share, con le BEV al 13,4% e le PHEV al 7,2% (una distribuzione in linea con quella del periodo gennaio-maggio 2023).
Infatti, anche nei primi cinque mesi del 2024 l’Italia figura all’ultimo posto tra i cinque maggiori mercati automobilistici europei, come illustrato dalla tabella a seguire.
- Francia: ECV al 25,7% (BEV 17,6% e PHEV 8,1%)
- Regno Unito: ECV al 23,9% (BEV 16,1% e PHEV 7,8%)
- Germania: ECV al 18,3% (BEV 12,0% e PHEV 6,3%)
- Spagna: ECV al 10,4% (BEV 4,5% e PHEV 5,9%)
- Italia: EVC al 6,1% (BEV 2,9% e PHEV 3,2%)
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Chiarezza sul futuro dell’auto elettrica
“In Italia veniamo da una lunga campagna elettorale – è il preoccupato commento del direttore generale dell’UNRAE, Andrea Cardinali – che ha visto spesso al centro i temi del settore automotive, con la difesa delle alimentazioni tradizionali a scapito di quelle di ultima generazione come l’elettrico. E in Europa, all’indomani del voto, sono fiorite dichiarazioni, da parte di esponenti dei partiti premiati dalle urne, riguardo la necessità di rivedere il Green Deal”.
Per questo l’UNRAE auspica che si faccia chiarezza il più presto possibile sulle politiche ambientali dell’Unione Europea, “che condizionano pesantemente le strategie industriali e gli investimenti delle Case auto: operatori e clienti hanno oggi più che mai bisogno di certezze, per potersi orientare in una transizione estremamente complessa”.
Il direttore dell’UNRAE stigmatizza poi quanto avvenuto con gli incentivi: “La lunga attesa tra i primi annunci e la pubblicazione del DPCM che li ha resi operativi ha paralizzato il mercato delle auto BEV e PHEV. Poi, con l’apertura della piattaforma per le prenotazioni (3 giugno 2024), sono andati esauriti in poche ore i poco più di 200 milioni del fondo dedicato agli incentivi, assorbiti dalle richieste insoddisfatte nei mesi precedenti, lasciando migliaia di acquirenti nell’impossibilità di acquistare l’auto che desideravano”. . . . . .
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10/7/24, Elettrico Magazine