Per creare le condizioni utili a ridurre il volume di auto circolanti, diventa importante l’adozione di auto a guida autonoma che possano svolgere servizi di car sharing. Su questo lavora un gruppo di ricerca del Politecnico di Milano, con progetti dedicati a rendere concreta la Mobility as a Service
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La mobilità sostenibile del futuro troverà un alleato nei veicoli a guida autonoma. È attraverso questo tipo di tecnologia che si sta studiando il modo per trasformare l’auto di proprietà in un bene comune, finalizzato a servire più persone per gli spostamenti, di lavoro e non solo, in città e nel contesto interurbano. Il concetto da attuare è la Mobility as a Service (MaaS) e prevede l’integrazione di molteplici servizi di trasporto pubblico e privato.
Sull’auto a guida autonoma uno dei centri di ricerca che vi lavora attivamente è il team coordinato dal professor Sergio Savaresi, direttore del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano.
Attualmente lavora al progetto AIDA (Artificial Intelligence Driving Autonomous), promosso dal Politecnico di Milano e inserito all’interno del MOST (Centro Nazionale per la mobilità sostenibile). Si tratta di una sperimentazione di guida autonoma svolta in varie città italiane con diversi obiettivi e casi pratici per approfondire la ricerca e portare sulle strade pubbliche italiane una tecnologia di autonomous driving affidabile e sicura.
Una delle più recenti iniziative cui partecipa lo stesso team di Savaresi è il progetto di ricerca Urban Auto Labs, promosso dal Comune di Milano nel contesto del Living Lab di Milano e finanziato dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale con l’obiettivo di co-progettare soluzioni innovative di mobilità autonoma e assistita attraverso la collaborazione diretta con gli utenti.
Al progetto partecipano l’Università degli Studi di Milano Bicocca, insieme a Fondazione Politecnico di Milano e MOST – Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile. Esso prevede la realizzazione di laboratori partecipati con l’obiettivo di lavorare insieme ai cittadini, rendendoli veri protagonisti con cui sperimentare e costruire la mobilità del futuro.
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Meno auto, più servizi condivisi: da qui passa la mobilità sostenibile del futuro
La mobilità sostenibile del futuro dovrà consentire di ridurre il numero di automobili circolanti. L’Italia è tra i Paesi con la densità di auto più elevata al mondo: con 755 veicoli per 1000 abitanti si posiziona al quinto posto assoluto. Non solo: l’85% delle auto italiane sono usate meno del 5%. Le stesse auto elettriche non possono diffondersi con lo stesso canone delle endotermiche, ovvero come personal car, ma sono mezzi ideali per sviluppare una modalità di auto condivisa. Ecco, allora, che si può e si devono creare le condizioni per il concetto di Mobility as a Service, su cui lavora il team del Politecnico di Milano.
Come spiega Chiara Marchesi, ingegnere e project manager dei progetti di guida autonoma del gruppo di ricerca, «il concetto di MaaS punta a poche auto, con un livello di servizi elevato, capaci di un elevato chilometraggio per auto e bassi costi per l’utente. Un concetto di autovettura di questo tipo è possibile con l’auto a guida autonoma, pensata come una sorta di robotaxi. La città che immaginiamo è più libera dalle auto, con vetture molto più compatte, una mobilità più leggera, sostenibile, quindi maggiormente a misura di pedone».
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Per riuscire nell’intento il team milanese ha avviato diverse iniziative: una di queste è 1000 Miglia Autonomous Drive (1000 MAD), che intende condurre una sperimentazione di ricerca sulle tecnologie di guida autonoma su strada pubblica, con un’ampia varietà di contesti e di durata pluriennale.
La scelta dell’itinerario da seguire è ricaduta sul percorso della storica competizione “1000 Miglia” mediante cui si sono attraversate città e piccoli Comuni, circolando su strade secondarie, aperte al traffico, in un contesto pienamente reale. «I miglioramenti in termini di autonomia sono evidenti: nell’edizione 2023 l’auto ha percorso in modalità autonoma 60 chilometri, quest’anno ne ha coperti più di 300. Inoltre, nell’edizione di quest’anno abbiamo impiegato un’auto full electric», che nell’occasione è stata la Maserati GranCabrio Folgore.
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I progetti e le iniziative avviati e prossimi del gruppo del Politecnico di Milano
Il progetto AIDA si connota con nuove iniziative per la mobilità sostenibile del futuro. In collaborazione con A2A, la tecnologia di autonomous driving sarà testata su strade urbane, utilizzando una Fiat 500e, introducendo così un nuovo concetto di mobilità che utilizza la guida autonoma come supporto per il concetto di Mobility as a Service a basse velocità. Gli spostamenti autonomi verranno svolti nel territorio del Comune di Brescia (che ha autorizzato la sperimentazione), in ambito urbano a velocità non superiori a 30 km/h.
«A fine ottobre dovremmo partire con questo primo progetto, che è un obiettivo di grande importanza, perché potremo attuare un car-sharing autonomo che delinea l’impiego futuro e obiettivo finale cui vorremmo arrivare», spiega la project manager. Con lo stesso principio, in collaborazione con Tangenziali Serravalle, la tecnologia sarà testata su strade urbane ed extraurbane, utilizzando lo stesso veicolo come navetta, collegando il tratto tra Assago (Cantalupa) e la stazione metropolitana Famagosta, per circa tre chilometri. In questo caso si passerà a una fase ulteriore, quella che metterà in pratica una mobilità come servizio in grado di collegare la periferia alla città, creando un connubio di trasporto multimodale.
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Sempre con l’intento di provare ad affrontare nuove sfide in guida autonoma, è stato condotto un primo esperimento partecipando al Trofeo Vallecamonica, una gara cronometrata in salita (l’arrivo a Borno si trova a più di 900 metri di altezza) con la Maserati MC20 Cielo a guida autonoma. Il tracciato di 4 chilometri, situato su una strada chiusa, è stato completato senza la presenza di un conducente a bordo. «Il contesto era molto complesso perché c’è una recettività GPS molto molto bassa: la tecnologia di guida autonoma si basa proprio sulla ricezione satellitare. Quindi, abbiamo messo a punto l’algoritmo in queste condizioni particolari e siamo riusciti ad arrivare all’ultima gara a viaggiare, aumentando la velocità fino a toccare i 70 km/h».
Infine, si svilupperà anche un progetto di mobilità MaaS a guida autonoma sulle strade di Darfo Boario Terme (Brescia) con una finalità di servizio sociale: l’intenzione è di svolgere una mobilità in aiuto a persone fragili per svolgere delle commissioni, in modalità di bassa velocità.
Milano si presterà, invece, per svolgere dei test di guida autonoma lungo il tracciato della circonvallazione, sul percorso della linea 90 e 91.
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I presupposti essenziali per la smart mobility: infrastrutture e AI
Fondamentale per attuare la mobilità autonoma non sono solo i veicoli, ma anche le infrastrutture di circolazione. «Perché la tecnologia di guida autonoma possa divenire reale occorre sviluppare una connessione tra l’infrastruttura e il veicolo e tra i veicoli – specifica Marchesi –. Quando arriveremo al punto in cui tutti i veicoli e l’infrastruttura saranno in grado di comunicare, questo renderà la tecnologia di guida autonoma molto più efficiente, fornendo informazioni utili ai mezzi su quanto accade sulla strada, ottimizzando la circolazione».
Per riuscire a rendere smart il veicolo autonomo, è essenziale il ruolo dell’intelligenza artificiale. «Abbiamo implementato delle reti neurali per il riconoscimento delle immagini, che auto apprendono, riconoscendo le diverse tipologie di ostacoli, i pedoni e quanto trovano sulla strada». Le auto a guida autonoma utilizzano la segmentazione per vedere e riconoscere il mondo circostante e reagire in tempo reale. La segmentazione separa ciò che l’auto vede in regioni visive categorizzate, come le corsie stradali, altre auto e incroci.
Resta ora da capire quando la mobilità a guida autonoma diventerà una pratica reale in Italia e nel mondo. In alcuni Paesi ci sono già esempi concreti: negli USA, il servizio di ride-hailing autonomo della Waymo, società di Alphabet (Google), è accessibile per tutti gli utenti a San Francisco da quest’estate. La società croata Rimac ha annunciato a giugno di essere pronta a lanciare un servizio di taxi autonomo in Croazia a partire dal 2026.
Tuttavia, ci vorranno ancora anni prima che le auto completamente autonome arrivino in maniera diffusa sulle strade, ma le regole concordate a livello internazionale sul loro utilizzo potrebbero essere pronte entro la metà del 2026, così hanno affermato le Nazioni Unite.
Richard Damm, presidente del gruppo di lavoro sui veicoli automatizzati/autonomi e connessi (GRVA), ha affermato che le nuove normative ONU sui sistemi di assistenza alla guida sono state adottate a febbraio e entreranno in vigore a settembre. Inoltre, ha affermato che si prevede di avere una regolamentazione armonizzata a livello mondiale sui sistemi di guida autonoma (ADS) pronta per la metà del 2026.
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23/9/24
INFOBUILDENERGIA
https://www.infobuildenergia.it/approfondimenti/auto-a-guida-autonoma-mobilita-sostenibile/