Mentre la Francia fa sempre più pressioni a Bruxelles per attuare dei piani di difesa dalle aziende cinesi, la Germania, in una posizione più difficile, da una parte si mostra più aperta al loro ingresso, dall’altra però teme i colossi asiatici, in “fuga” da un’economia cinese sempre più in difficoltà, possano affossare quelli tedeschi.
Secondo alcune fonti, tra cui Bloomberg, il CEO del gruppo Volkswagen Oliver Blume ha ricevuto da un dirigente notizie tutt’altro che confortanti: in Cina il colosso di Wolfsburg sta perdendo la corsa alle auto elettriche, ed al momento non avrebbe possibilità di recuperare terreno da sola.
Volkswagen, i marchi cinesi e Tesla
Facciamo un passo indietro. Prima della pandemia, Volkswagen, insieme a BMW e Mercedes, regnava quasi incontrastata in Cina. Ma già a partire dall’inizio della pandemia di Covid ha cominciato a perdere sempre più quote, tanto che nel 2023 ha perso anche il titolo di marchio con maggiori vendite nella Repubblica Popolare, scalzata sempre più dai produttori locali con modelli plug-in hybrid e full electric più economici, ma al contempo con caratteristiche più convenienti rispetto a quelli tedeschi.
Una cosa simile sta accadendo anche in Europa: al momento, in nessun Paese europeo un marchio cinese domina la classifica delle auto più vendute, ma MG in Italia, Nio nei paesi scandinavi, la stessa BYD, e l’avanzata di Geely con Lynk & Co e Zeekr stanno sicuramente ottenendo risultati interessanti e posizionamenti sempre migliori.
In Germania, però, c’è una pressione in più, viste le difficoltà del paese dallo scoppio della guerra in Russia, dovuta alla lunga dipendenza del Paese dalle forniture di gas da Mosca che ora si traduce in un aumento sensibile dei prezzi dell’energia, che quindi comporta aumento dei costi di produzione e dei listini dei modelli.
E poi c’è Tesla, che in tutta Europa è al primo posto per vendite di auto elettriche, continuando ad espandersi e togliendo quote di mercato ad Audi, ma anche a Mercedes e BMW. Secondo Bloomberg e Automotive News, l’accerchiamento di USA e Cina sta schiacciando Volkswagen in tutto e potrebbe causare la più grande crisi del colosso tedesco dal 2015, anno in cui scoppiò il dieselgate.
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La corsa di Volkswagen
“L’industria automobilistica si trova di fronte alla questione del se e come saremo un leader globale in futuro“, ha detto il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock al salone dell’auto IAA Mobility di Monaco. “Per la nostra nazione, dove l’industria automobilistica rappresenta una grande quota della creazione di valore, questa non è solo una questione economica, ma anche una questione di sicurezza“.
Ecco perché Volkswagen ha i tempi stretti per recuperare sull’elettrico, dove evidentemente la strategia della gamma ID non è stata sufficientemente convincente per diversi motivi, tra cui i prezzi alti in rapporto alle dotazioni offerte, ma anche per una mancanza di prodotti nei marchi più popolari: Cupra ha solo la Born, Skoda solo la Enyaq in due varianti, e Seat, destinata a produrre altro, non ha nulla.
Il gruppo, quindi, rischia di rimanere confinato in un mercato in declino, come quello delle auto a combustione, e quindi con sempre meno risorse per sostenere la sua struttura.
Attualmente, nel mercato elettrico, Volkswagen ha quote che rappresentano meno di un decimo di Tesla, seppur con il triplo delle entrate, e la pressione si fa più alta soprattutto in Cina con la guerra sui prezzi, dove molti marchi, Tesla compresa, stanno vendendo in perdita. Blume, quindi, conta sulle enormi risorse di Volkswagen, rispetto ai competitore d’oltreoceano, che danno sempre più i loro frutti man mano che le elettriche si fanno più popolari, e il 2023 si sta rivelando favorevole in questo, visto l’enorme incremento di EV in tutta Europa, eccetto l’Italia e pochi altri mercati, sul 2022.
Il colosso, quindi, rassicura dicendo che guarda più a lungo termine, definendo la battaglia sull’elettrico una maratona. Riprendendo le parole di Ralf Brandstätter, capo di Volkswagen in Cina, non tutti coloro che partono più veloci in una maratona arriveranno per primi al traguardo. Né è detto che ci arriveranno. . . .
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12/9/23, QM QUOTIDIANO MOTORI