Tempo di crisi per Uber e Lyft, le due principali società americane di ride hailing, il servizio di taxi con auto private. Il motivo dei problemi è da ascrivere al debutto poco felice in Borsa per entrambe. Tenendo conto di vari aspetti, Uber ha comunicato ai propri dipendenti l’intenzione di licenziare 400 unità (circa un terzo dei dipendenti) per andare a riorganizzare la propria struttura (da 1.200 si passerà ad 800 dipendenti). E attraverso una mail, Dara Khosrowshahi, ceo della compagnia, ha annunciato che verrà creata una nuova struttura centralizzata che si occuperà degli aspetti commerciali e che i tagli che verranno effettuati rientrano nell’iniziativa di andare a contrastare il rallentamento della crescita dell’azienda.
Lyft, invece, ha comunicato, anche con un avviso ufficiale alla Securities and Exchange Commission, l’ente americano di controllo della Borsa, che il direttore operativo Jon McNeill, ex dirigente con un passato anche alla Tesla, lascerà l’azienda.