Nio, start up cinese di auto elettriche, versa in gravi condizioni economiche. L’azienda della Repubblica popolare ha subito perdite per quasi 335 milioni di euro che si vanno a sommare ai quasi 5 miliardi dalla fondazione della società nel 2014.
Il suo valore di mercato si è svalutato del 74% rispetto ad un anno fa, quando veniva valutato circa 10 miliardi di euro. Per cercare di fermare la crisi, la società sta mettendo a punto una riduzione dei posti di lavoro del 14%; inoltre, è stata costretta a richiamare quasi 5 mila veicoli (alcuni di questi hanno preso fuoco) e inoltre non verrà realizzato il nuovo impianto di produzione previsto a Shangai.
In generale, la situazione delle start up cinesi, negli ultimi tempi, non è molto florida. Questo è causato anche dalla flessione del mercato delle auto che sta colpendo tutto il mondo. Anche la start up FDG Electric Vehicles ha subito perdite per più del 40%.
Dal 2011 le start up cinesi hanno avuto investimenti per più di 18 miliardi di euro e oggi hanno una capacità di produzione che sfiora i 4 milioni di auto all’anno. Con il mercato in trazione, però, è forte il rischio che le più piccole non sopravvivano e proprio in questo senso Cui Dongshu, segretario generale della China Passenger Car Association, ha chiosato: “Riusciranno a superare la crisi solo i costruttori più competitivi, mentre i più deboli spariranno”. A rischio ci sono Singulato, Fisker, Nevs, Youxia. Al contrario, le più strutturate sono la Byd, la Byton, di proprietà dello stato e del colosso delle batterie Catl, e la WM Motor, sostenuta da Baidu, motore di ricerca cinese.