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Parliamo di un modo semplicissimo (e spesso automatizzato) di ottimizzare le prestazioni della batteria e quindi l’autonomia elettrica: ecco cosa c’è da sapere sul precondizionamento della batteria
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Il precondizionamento è una funzione che i proprietari di vetture termiche non conoscono, ma fondamentali per chi si mette alla guida di un’auto elettrica. Il climatizzatore delle EV, infatti, se possibile (o “su ordine” del driver) porta l’abitacolo a una temperatura ideale per le operazioni di ricarica, ma anche per mettersi nelle ideali condizioni di viaggio prima di mettersi in marcia.
L’avviamento del precondizionamento può essere effettuato direttamente dal menu della vettura, impostando un timer (per esempio al mattino prima di andare al lavoro), tramite App, o ancora una volta importata come destinazione sul navigatore una colonnina di ricarica. I modi sono molti, ma il risultato desiderato è lo stesso: ottimizzare prestazioni e durata del pacco batteria.
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Cos’è il precondizionamento
Il precondizionamento della batteria, quindi, non fa altro che riscaldare il pacco portandolo ad una temperatura di 20-30 gradi centigradi.
Ma dove trova il calore necessario? Non è così facile, perché a differenza del motore endotermico (che come sappiamo si scalda naturalmente) i powertrain elettrici hanno un rendimento alto, ovvero uno scarto di calore basso. Molte Case auto quindi hanno dotato le proprie EV di una pompa di calore per riscaldare batteria e abitacolo (spesso optional, può arrivare a costare diverse migliaia di euro, ma è fondamentale).
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COS’È UNA POMPA DI CALORE NELL’AUTO ELETTRICA?
Spiegare il funzionamento di una pompa di calore non è facilissimo, ma ci proveremo.
Partiamo da una differenza sostanziale tra la pompa di calore e il climatizzatore “tradizionale” che può essere utilizzato per sedili e volanti riscaldati, o per spannale il lunotto posteriore. Mentre quest’ultimo sfrutta resistenze elettriche, il secondo recupera l’energia termica della batteria stessa, del motore elettrico, dell’inverter e dell’elettronica di bordo, sfruttando (sembra un paradosso) un gas refrigerante (R744 in genere).
Sostanzialmente la pompa prende calore dal poco prodotto dalla vettura stessa e dall’esterno, anche quando fuori da freddo. Grazie al refrigerante (ad una temperatura di -50°) anche le bassissime temperature esterne riescono a produrre un significativo sbalzo termico, riscaldando il gas che, una volta compresso, supera senza troppi problemi i 20°.
Per i climi più rigidi (difficilmente raggiunti nella maggior parte d’Italia se non nelle regioni più a Nord e ad alta quota) questa pompa può essere potenziata da un riscaldatore a resistenza.
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CLIMI CALDI, CLIMI FREDDI E TEMPERATURA IDEALE
Abbiamo detto che la temperatura ideale si aggira intorno ai 20-30 gradi e abbiamo spiegato il funzionamento della pompa di calore, ma ci sono altre strategie per portare alla giusta temperatura la vettura? Sì.
Nei climi caldi, il climatizzatore raffredda l’abitacolo ad una temperatura ideale, potendo sfruttare il potere raffreddante della pompa. (In questo caso potrebbe crearsi della condensa, nessun pericolo, esattamente come nelle vetture termiche potreste notare qualche goccia sull’asfalto. Non c’è niente di cui preoccuparsi).
Alcune case auto prevedono anche il riscaldamento automatico dei sedili quando le temperature scendono al di sotto di una certa soglia, intorno ai 10°C in genere.
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Precondizionamento della batteria, quando serve?
Abbiamo capito come funziona il riscaldamento della batteria, ma quando serve? Innanzitutto, quando si ricarica la vettura. O meglio, prima di farlo: ecco perché molti costruttori prevedono la possibilità di attivarlo in automatico quando ci si avvicina ad un punto di interesse (una colonnina selezionata sul navigatore, o vicino a casa).
Precondizionare la batteria però può essere utile anche prima di mettersi in marcia (in questo caso, ovviamente, se si parte dopo una ricarica la batteria sarà già a regime). Come detto esistono timer, App e comandi per effettuare il riscaldamento.
Il sistema ovviamente tiene conto, prima di iniziare il preriscaldamento della batteria, della temperatura iniziale della batteria (quindi non c’è pericolo che si surriscaldi), dell’autonomia rimanente, della potenza di ricarica prevista e del percorso impostato sul navigatore.
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3/4/24
FLEET magazine