Nessuno vuol negare le difficoltà di un progetto contro il quale anche colossi dell’industria automobilistica hanno stentato a trovare soluzioni tecniche concretamente sostenibili, ma a Siracusa è nato un progetto che accende un raggio di sole in più – è proprio il caso di dire – su questa tanto difficile quanto entusiasmante sfida all’elettrico solare per l’automotive
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Futuro Solare ONLUS nasce nel 2006 grazie all’iniziativa di tanti semplici (si fa per dire) innovatori, chi per formazione (studenti e docenti), chi per professione (scienziati e imprenditori), chi per obblighi istituzionali (amministrazioni locali e Università degli Studi di Palermo), al fine di fare ricerca nel comparto della mobilità eco-sostenibile attraverso soluzioni energetiche innovative e, soprattutto low cost, allo scopo dunque utilizzando maggiormente materiali riciclati (fino all’80%) o da fonti no carbon, il tutto attingendo economicamente solo da lavoro e contributi volontari, se non trattasi di vera e propria autotassazione di alcuni dei soggetti partecipanti.
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L’atavico problema della lotta dell’uomo col Sole per strappargli qualche raggio di energia è che gran parte di essa si perde lungo l’atmosfera, lasciando alla superficie del globo terraqueo solo 55% del calore. E sul versante delle celle solari che dovrebbero catturarne il potenziale in watt, anche lì le cose non vanno di certo meglio, con un’efficienza dei pannelli solari ferma ancora a un 30% circa, al netto degli innegabili progressi registrati anche in questo comparto. Senza contare, poi, su altre variabili come le ore notturne e i giorni di coperto nuvoloso.
Eppure qualche anno fa (2016) la Onlus di Futuro Solare aveva già testato Archimede 1, un mezzo dotato di due motori elettrici da 6 kW inseriti dentro le ruote posteriori che attingono da due pacchi-batteria da 10 kWh ciascuno, carrozzeria fotovoltaica da 1200 W con 320 celle al silicio che permettono all’autovettura di assorbire il calore dei raggi solari, con risultati alquanto confortanti. Ciò era avvenuto a Zolder, in Belgio, in occasione dell’iLumen European Solar Challenge 2016 Racing Edition, dove per la prima volta la vettura sperimentale affrontava un duro percorso di ben «422 chilometri, alla fine consumando 18327 W/h e autoproducendo 8598 W/h nonostante sole 10 ore di irradiazione solare totali su 24 di gara ed effettuando due ricariche in notturna».
L’occasione di una gara ovviamente non era quella della competizione per vincere ma di avere un’occasione vera e fuori dalla propria comfort zone per confermarsi di poter terminare, seppur alla media di 28 km/h contro i 72 di sviluppo massimo ottenibile, le 24 ore di percorso insieme all’Olimpo delle auto solari.
L’esperienza del 2018, svoltasi lungo due ininterrotti giorni di pioggia e condizioni meteo estreme per mezzi come questi, in realtà progettati per funzionare in regime di sole pieno, hanno comunque visto la solar car Archimede fronteggiare prontamente le inevitabili problematiche elettriche dovute alle avverse condizioni grazie all’estrema perizia del team, tanto da guadagnarsi il premio “Spirit of the Event”, riconoscimento che la giuria riserva al miglior team della competizione.
Ed è forse da queste due competizioni che il progetto ha ricevuto un ulteriore impulso, arrivando ad accrescere il coinvolgimento di altri partner (oggi siamo a più di cinquanta tra aziende e semplici contributori) interessati ai suoi ulteriori sviluppi, mettendo da subito a disposizione sia capitali che materiali per la seconda sfida, dopo una parentesi al ovvero un secondo prototipo – l’Archimede 2, nata dalla matita di Lorenzo Amato – da portare alla Bridgeston World Solar Challenge che si è svolta in Australia con un percorso di ben 3000km, con partenza dalla città di Darwin attraversando da Nord a Sud tutta l’Australia, i suoi deserti, per finire presso la città di Adelaide.
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Se inizialmente la Archimede 2 era stata inclusa nella classe Cruiser, ovvero concept car con chances realistiche di arrivare un giorno sul mercato, la vettura non è riuscita ad arrivare che appena un giorno prima della gara, irrimediabilmente restringendo il tempo per effettuare i test richiesti dalla competizione e, come molti altri 10 team su 38, non venendo formalmente classificati anche dopo aver percorso il tragitto richiesto.
Oggi, dopo due prototipi e tre importanti challengecon alterne fortune dal punto di vista strettamente competitivo ma che sono servite come la più alta e concreta forma di laboratorio, il progetto e lo studio su questa splendida vettura continuano nel segno di un futuro ormai non più remoto, non tanto per le grandi promesse in termini di caratteristiche tecniche, che non sono appannaggio solo di questo progetto, ma per il bacino dal quale sorge, con un coinvolgimento orizzontale che rompe gli argini dello stretto comparto automobilistico per rivolgersi a un’idea sociale di veicolo quasi da intendersi come una riserva di corrente elettrica (la nostra vecchia “pila”) su quattro ruote.
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4/1/23
autospecial
https://www.autospecial.it/futuro-solare-e-se-la-sfida-a-tesla-arrivasse-invece-dalla-sicilia/