Nel Regno Unito si pensa a rinviare al 2035 – corrispondente alla scadenza dell’UE – l’obbligo del ricorso ai veicoli elettrici. Tuttavia, Ford ritiene che un simile ritardo potrebbe compromettere la transizione verso i veicoli ecologici
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Insomma, in un contesto in cui l’industria automobilistica si sta dirigendo verso un futuro elettrico, anche se in alcuni luoghi si sta muovendo più velocemente rispetto ad altri, Ford vuole fare la sua parte affermando che tutto ciò che pronta a una transizione più tardiva che rapida è evidentemente un male.
Il riferimento è alle dichiarazioni del primo ministro britannico Rishi Sunak, che ha annunciato che il Regno Unito posticiperà di cinque anni il divieto di combustione per le nuove autovetture, allineandosi alla data prevista dall’Unione Europea (2035). Una decisione che ha spinto il presidente e amministratore delegato di Ford UK, Lisa Brankin, ad affermare qualcosa che molti non si sarebbero attesi: la contrarietà a questa ulteriore dilazione.
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Le dichiarazioni di Ford
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L’industria automobilistica sta investendo per affrontare questa sfida
ha dichiarato Brankin in un comunicato stampa della Ford. Si tratta della più grande trasformazione del settore da oltre un secolo a questa parte e l’obiettivo UK 2030 è un catalizzatore fondamentale per accelerare la Ford verso un futuro più pulito. La nostra azienda ha bisogno di tre cose da parte del governo britannico: ambizione, impegno e coerenza. Un allentamento dell’obiettivo 2030 li comprometterebbe tutti e tre.
Nelle sue affermazioni, Ford (che qui annunciava la nuova Mustang elettrica) sottolinea anche un impegno di 50 miliardi di dollari a livello globale per l’elettrificazione, con 430 milioni di sterline (532 milioni di dollari) destinati al Regno Unito per rispettare la scadenza originaria del 2030.
La risposta della casa automobilistica è in netto contrasto con i numerosi Paesi europei che si sono opposti al divieto dell’UE per il 2035. La Germania, per esempio, ha sollevato preoccupazioni già nel 2022 e ha poi stretto un’alleanza con altri sei Paesi europei nel marzo 2023, tutti impegnati a contrastare il piano dell’UE. Alla fine si è giunti a una modifica del divieto di utilizzo dei motori elettrici, mantenendo il termine del 2035 ma consentendo l’uso di nuovi veicoli con motori a combustibili sintetici.
Anche la Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT) del Regno Unito si è opposta al ritardo. Una dichiarazione del direttore generale Mike Hawes sottolinea gli investimenti delle case automobilistiche e invita il governo a mantenere gli impegni per le emissioni zero. L’industria automobilistica ha investito e continua a investire miliardi in nuovi veicoli elettrici, poiché la decarbonizzazione del trasporto su strada è essenziale per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero, ha dichiarato. Il governo ha svolto un ruolo fondamentale nel portare alcuni di questi investimenti nel Regno Unito e la Gran Bretagna può – e deve – essere leader nella mobilità a emissioni zero sia come produttore che come mercato. Per far sì che questo diventi realtà, tuttavia, i consumatori devono voler fare il passaggio, il che richiede da parte del governo un messaggio chiaro e coerente, incentivi interessanti e infrastrutture di ricarica che diano fiducia anziché ansia. Confusione e incertezza non faranno altro che frenarli.
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27/9/23
autospecial
https://www.autospecial.it/ford-sfida-il-regno-unito-niente-ritardo-2035-solo-elettrico/