Allo Shanghai Auto Show 2017 giocavano in casa e hanno dato il meglio. Attenzione: là fuori ci sono 10 produttori di auto cinesi interessati a conquistare il mercato occidentale
In Cina ci sono le 5 sorelle, i gruppi automobilistici più importanti del Paese che, come minimo distribuiscono mezzo milione di vetture all’anno. Si danno battaglia nel loro Paese ma non disdegnano gli altri mercati, soprattutto l’Europa dell’Est, l’Asia e l’Australia. Strizzano l’occhio agli Usa e, marginalmente, all’Europa Occidentale stando ben attente a non calpestare i piedi ai grandi gruppi occidentali, con i quali hanno sapientemente stretto accordi di produzione.
Si danno sportellate soprattutto nel comparto dei crossover e dei Suv, ma pensano anche a produrre qualche supercar, sia mai che riescano a grattare qualche quota di mercato alle nostre Ferrari e Lamborghini. Puntano tutto su tecnologie innovative come la guida assistita, motori elettrici o ibridi, design puliti e uniformi e distribuzione à-la-Tesla per evitare i concessionari.
Qualcuna si può già comprare anche in Italia, qualcun’altra potrebbe arrivare presto, intanto i cinesi hanno capito che, per tagliare i costi di trasporto, è buona cosa assemblare in Europa, soprattutto dell’Est.
Vediamo i 10 brand cinesi che si sono distinti di più allo Shanghai Auto Show 2017.
1. Haval
In verità non è proprio sconosciuto. Great Wall Motors, proprietaria del brand Haval, vende in Italia dal 2006 il Suv H6, di cui a Shanghai è stata presentata l’ultima versione, insieme all’ibrido HB03. GWM – la GM con la W in mezzo – è il maggior produttore cinese di Suv e pick-up e l’anno scorso ha superato il milione di vetture vendute in tutto il mondo. Nel 2006, l’allora Fiat fece causa alla GWM impedendo la commercializzazione della Peri, troppo simile alla Fiat Panda.
2. Roewe
In principio era Rover. Nel 2006 Saic Motor (Shanghai Automotive Industry Corp.) comprò la tecnologia dell’inglese MG Rover ma non il marchio. Così se ne costruì uno molto simile, non solo nel nome. A Shanghai si è visto il concept Vision-E – Suv a due motori elettrici previsto per il 2018 – e la ERX5, versione ibrida della RX5, realizzata in collaborazione con il colosso della tecnologia Alibaba, e strillata come l’unica vera “Internet car”. In Italia il Gruppo Koelliker si è accaparrata la distribuzione del brand nel 2009.
3. BYD
Fondata nel 2003 a Shenzhen, BYD (Build Your Dreams), sussidiaria del BYD Group leader nella produzione di batterie, è una joint venture con Daimler con un portafoglio ampio con qualche esperimento anche tra i Suv. Capace di circa 500 mila vendite all’anno, strizza l’occhio sempre più insistentemente all’elettrico e all’ibrido. A Shanghai ha presentato il concept Dynasty, crossover elettrico disegnato dall’ex-Audi Wolfgang Egger ricordato per alcune sue Alfa Romeo e Seat.
4. Hong Qi
Brand di lusso appartenente al gruppo Faw, il più grande produttore automobilistico cinese. Nato nel 1958 è la casa d’auto cinese più antica da sempre al servizio degli alti ufficiali della Repubblica, peraltro Hong qi significa bandiera rossa. Rilanciato sul mercato a metà degli anni 90, si aggira intorno alle 3mila unità vendute all’anno. Difficile vederla fuori dal mercato casalingo a causa delle numerose partnership con brand ben noti in Europa, a Shanghai ha (ri)presentato il suo Suv S-concept.
5. Lynk & Co
Fondata l’anno scorso, fa parte del Gruppo Geely, proprietaria anche di Volvo e di London Taxi. L’idea è di puntare sui giovani con vetture innovative e iperconnesse e, soprattutto, evitando il tramite dei concessionari sul modello di Tesla. Il primo modello presentato è la 01, un crossover che sfrutta la stessa piattaforma della Volvo XC40, l’architettura CMA. Geely ha intenzione di proporre la Lynk & Co 01 anche sul mercato americano ed europeo nel 2018.
6. Chang’an
Con FAW, Dongfeng, Shanghai Automotive e Chery, rientra nel gruppo delle cosiddette “5 sorelle” ed è stata capace di vendere circa 3 milioni di vetture nel 2016. A Shanghai ha proposto il crossover CS55, ultimo nato che si posizionerebbe tra il CS35 e il CS75 e pare sia il Suv più riuscito dal colosso cinese. Palesemente “ispirato” ai modelli Range Rover, è difficile che lo si veda circolare in Europa a causa delle partnership con costruttori già ben presenti (Ford e Psa). A Torino, però, dal 2006 c’è il primo e più importante centro di ricerca & sviluppo del brand cinese.
7. Chery
Altra grande sorella cinese, totalmente di proprietà del governo, a Shanghai ha mostrato il concept della nuova Tiggo Coupé, un crossover particolarmente basso e aereodinamico appartenente alla famiglia più nota fuori dalla Muraglia che ha decisamente colpito il pubblico proprio per la particolarità del design: mancanza di maniglie e di specchietti, due schermi Lcd e guida assistita. In Italia Chery si appoggia alla molisana DR Motor Company che si occupa di assemblare i modelli della famiglia Tiggo rimarchiandoli DR5.
8. Shanghai Automotive
Tutte le cinesi stanno curando l’aspetto estetico, la Saic, proprietaria del marchio Mg e Rover, riproposto come Roewe (vedi prima), fornisce ulteriore dimostrazione con la MG E-Motion, una concept car coupé ispirata alla MG B ma a zero emissioni. Finalmente un tentativo di uscire dal trend del solito Suv che potrebbe rappresentare il rilancio di un brand storico, non solo in Cina ma anche nei mercati internazionali, tutti tranne la Gran Bretagna.
9. Beijing Automotive
Altra grande sorella, altra proprietà governativa. Si è fatta un nome, e un fatturato, costruendo veicoli militari sotto il brand BAW. A Shanghai ha presentato la massiccia BJ80, versione civile dell’omonimo modello rivolto al mercato militare. Il motore è Saab – di cui il gruppo ha i diritti di riproduzione dei vecchi modelli – e l’ispirazione è Mercedes-Benz, d’altronde Daimler è uno dei brand occidentali che ha stretto accordi con l’azienda cinese. Se può interessare, il bagagliaio è garantito per sei cassette di bombe a mano.
10. Nio
La regina della festa di Shanghai è stata certamente la EP9 di Nio, startup che gioca in casa focalizzata sulla realizzazione di vetture ad alte prestazioni, elettriche e a guida autonoma. Tramite la scuderia NextEV, Nio partecipa al campionato di Formula E vincendolo nel 2014-15 con Nelson Piquet Junior. Forte dei suoi 4 motori elettrici da 335 cavalli, in totale fanno 1341, recentemente ha ottenuto il record di velocità per un vicolo elettrico sul circuito tedesco del Nurburgring. Per i più placidi c’è anche il crossover ES8.
autore: Valerio Mariani – gqitalia.it – 31/05/2017