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Forse non tutti lo sanno ma la Fiat ha già presentato la sua Panda elettrica. Dopo il grande successo dello storico Pandino, vettura magica disegnata dal designer del secolo, Giorgetto Giugiaro, fresco di 85esimo compleanno, l’azienda torinese decise di proporre sul mercato una versione totalmente green della sua city car.
Per dare vita alla prima Panda elettrica della storia, Fiat partì dalla versione CL, di serie dotata di un motore 750 Fire. Grazie alla collaborazione con Steyr-Puch, il propulsore a benzina venne sostituito da uno elettrico a corrente continua da 9,2 kW (una potenza di poco più di 12 cavalli), alimentato da 12 batterie al piombo da 6 volt ciascuna, che gli ingegneri Fiat deciso di installare fra il vano motore e il baule.
Così come le vetture moderne, l’impianto frenante della Panda Elettra era dotato del sistema di recupero dell’energia durante le frenate e le discese, inoltre, rispetto al modello standard, il Pandino green presentava degli pneumatici più grandi e delle sospensioni più portanti per sostenere appunto il peso delle batterie.
Fiat decise di lasciare il serbatoio della benzina per alimentare un bruciatore in grado di fornire calore all’impianto di riscaldamento, mentre il cambio rimase lo stesso della 750 Fire, quindi 4 marce con frizione.
Ovviamente le prestazioni non erano da urlo, anche perchè stiamo parlando di una vettura da 12 cavalli. La velocità massima era di 70 km/h, e i 40 all’ora venivano raggiunti in 10 secondi. In ogni caso la Panda elettrica era in grado di affrontare pendenze fino al 25%, mentre l’autonomia, tenendo una media di 50 km/h, era di 100 km, non male per una vettura di 33 anni fa.
Qualche modifica venne apportata anche all’esterno, a cominciare dall’eliminazione della griglia frontale, mentre sul fianco era presente una grafica ad hoc con la scritta “elettra” in bella vista.
Aprendo le portiere vi si trovavano invece solo due posti, visto che Fiat decise di massimizzare gli spazi per alloggiare le batterie. Nel 1992 Fiat decise di presentare la versione numero 2 della Pandina green, con un motore da 17,7 kW, circa 24 cavalli, con l’opzione di un pacco batterie al nickel-cadmio in grado di garantire un’autonoma del 50 per cento rispetto al modello precedente.
Alla luce di tale progetto di 33 anni fa, si capisce chiaramente quanto Fiat fosse avanti con i tempi e nel contempo quanto la tecnologia elettrica venne accantonata fino ai giorni nostri. Tra l’altro nel 1993 Fiat presentò anche la Downtown, un’altra auto elettrica con ben 300 km di autonomia.
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22/9/23
everyeye.it