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Nata nel 1967 dalla geniale ed elegante matita di Franco Scaglione, l’Alfa Romeo 33 Stradale è la “madre” di tutte le successive fuoriserie della casa milanese. Ecco perché continua a farci sognare e perché ci auguriamo che la nuova supercar del Biscione le somigli almeno un po’…
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Ancor più che una macchina resa memorabile dalla matita di Franco Scaglione, l’Alfa Romeo 33 Stradale è un luogo della mente – vasto, suggestivo, magico, sognante. La supercar che ne raccoglierà il testimone 56 anni dopo si mostrerà al pubblico il prossimo 30 agosto al Museo Storico Alfa Romeo e per ingannare l’attesa abbiamo scelto come protagonista della prima puntata della nostra rassegna dedicata alle più belle auto da sogno del Biscione quella che è considerata a buon diritto come la “madre” di tutte le successive fuoriserie della casa milanese.
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TRA SOGNO E REALTÀ. Se avesse una coscienza (e al di là di quel “gioiello” a otto cilindri che nasconde al centro della sua splendida carrozzeria, c’è chi è pronto a giurare che ce l’abbia davvero…), l’Alfa Romeo 33 Stradale si sentirebbe senz’altro responsabile degli “straordinari” ai quali ogni giorno condanna gli smartphone e le fotocamere dei visitatori del museo di Arese. La supercar per eccellenza della casa del Biscione attira sguardi ammirati di grandi e piccini e flash come un barattolo scoperchiato di miele attira le api: praticamente impossibile resistere alla tentazione di toccarla, di assaporarne la sconfinata bellezza con le mani, sfiorando lentamente con i polpastrelli i vuoti e i pieni di quelle superfici di metallo che sembrano fatte apposta per fermare il tempo, portarlo in avanti per vivere un sogno e poi di nuovo indietro, per ricordare.
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UNA SUPERSTAR CHE NON CONOSCE ETÀ. Nessuna grande vita può essere vissuta senza passato e questo vale anche per un’automobile, a patto che essa sia così fuori dall’ordinario da rappresentare un concetto, una visione che esula dalla sua semplice funzione di mezzo di trasporto. E la vita dell’Alfa Romeo 33 Stradale, a più di mezzo secolo dalla sua nascita, continua a svilupparsi, a crescere, a diventare più forte nell’immaginario degli appassionati. Un po’ per il fascino eterno delle sue forme morbide e avvolgenti che la fantasia sconfinata, il gusto sopraffino e l’estro creativo di Scaglione hanno trasformato in una vera e indiscussa opera d’arte su ruote che, da sola, vale il prezzo del biglietto (e non è un modo di dire…). Un po’ per il filo invisibile che la lega a tutta una generazione di bolidi da corsa che, avendo ereditato la sua nobile e vincente meccanica, a cavallo tra gli Anni 60 e 70 hanno portato l’Alfa Romeo nell’Olimpo dello sport automobilistico. Per questo tutti ci auguriamo che nel Dna della nuova supercar del Biscione ci sia almeno un po’ dello stile e tutto lo “spirito” di quest’auto che tutto il mondo ci invidia…
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08/23
fonte: veloce