Oggetto dei test di validazione sono le unità prodotte dal 2014, gli Euro 6 progettati dall’allora Gruppo PSA, FCA, per complessive 28 famiglie di propulsori. L’idea è quella di verificare il funzionamento effettivo di motori di un parco auto circolante con l’obiettivo di ridurne le emissioni
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Superati gli scogli relativi ai volumi producibili, al loro costo per litro alla pompa e all’installazione più efficiente possibile dei siti di trasformazione, intorno agli e-fuels e al loro impiego sui motori termici ruota un’altra questione centrale. È di tipo tecnico e interessa la verifica del funzionamento di motori a scoppio, progettati per essere alimentati da combustibili fossili – benzina, diesel, gpl, metano – con gli e-fuels.
Stellantis è impegnata nel condurre una serie di test, che dovranno dare riscontri su svariati aspetti del funzionamento del motore. Una verifica del funzionamento a e-fuels condotta su ben 28 famiglie di motori, prodotti a partire dal 2014 e omologati Euro 6.
STELLANTIS, MOTORI ALLA PROVA DEGLI E-FUELS
È bene ricordare come un numero così grande di motorizzazioni sia l’eredità precedente alla fusione PSA-FCA. I propulsori testati fanno parte di progetti che, al tempo, furono curati, ad esempio, dalle divisioni Fiat Powertrains per FCA, dal Gruppo PSA e, non va dimenticato, come Opel fino al 2017 impiegasse alcuni motori prodotti da GM. Senza tralasciare le motorizzazioni destinate ai veicoli commerciali e mezzi pesanti.
I veicoli complessivamente interessati da tali motorizzazioni, prodotti tra 2014, sono oltre 28 milioni. Verificare il loro funzionamento a e-fuels vorrebbe dire, in un’ottica di lungo ciclo vitale e di un parco circolante vetusto, contenere le emissioni di modelli che certo non spariranno in un amen, dal 2035 del Fit for 55 e la messa al bando delle auto termiche. L’eccezione degli e-fuels sul mercato del nuovo è destinata a restare una proposta di nicchia.
E-FUELS PER RIDURRE LE EMISSIONI DEL PARCO CIRCOLANTE
Quanto è possibile decarbonizzare il parco auto circolante in grado di funzionare a e-fuels? Stellantis stima in 400 mila tonnellate di Co2 in meno, in Europa e nell’arco temporale 2025-2050, se quel circolante di modelli del Gruppo (28 milioni) fosse in grado di funzionare con carburante sintetico.
Alle verifiche dei tecnici, quindi, il compito di raccogliere i dati, esaminare i punti critici, i miglioramenti e i cali di prestazione che sono da tenere in dovuta considerazione.
I CONTROLLI DA CONDURRE
Tra le prove condotte, vi sono quelle delle emissioni allo scarico, della potenza prodotta dall’alimentazione e-fuels (uno dei punti critici dei combustibili sintetici). Non va tralasciato, inoltre, il dato dell’affidabilità del propulsore – su motori peraltro già con una loro lunga “carriera” per chilometraggi accumulati -, l’interazione con gli oli lubrificanti, la tenuta del serbatoio, proseguendo sul funzionamento dei filtri, fino all’impatto che gli e-fuel hanno sulla linea di alimentazione rispetto all’utilizzo di carburante fossile, benzina o diesel.
UNA VIA PARALLELA ALL’ELETTRIFICAZIONE
Carlos Tavares ha tenuto a puntualizzare come questa fase di sperimentazione sia una strada ulteriore rispetto a un impegno verso l’elettrificazione. “Stiamo raddoppiando gli sforzi nella nostra lotta contro il riscaldamento globale testando il carburante carbon-neutral come soluzione complementare al nostro approccio olistico di decarbonizzazione.
La nostra strategia di elettrificazione va avanti con regolarità e grande impeto. Allo stesso tempo, dobbiamo individuare anche alternative intelligenti per gestire le emissioni di CO2 per gli 1,3 miliardi di auto ICE esistenti.
Lavorando per garantire che i nostri motori Stellantis siano ‘eFuel-friendly’, intendiamo fornire ai nostri clienti un altro strumento nella lotta contro il riscaldamento globale, con una soluzione che potrà avere un impatto pressoché immediato. Si tratta di un’ulteriore iniziativa per raggiungere il traguardo di zero emissioni entro il 2038”.
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21/04/2023
fonte: FLEET Magazine