Volvo ha deciso di utilizzare la tecnologia blockchain per monitorare l’origine del cobalto presente nelle batterie delle sue auto elettriche. L’azienda svedese, ma di proprietà della cinese Geely, nel suo processo di sostenibilità dell’ambiente, vuole controllare l’origine del materiale contenuto negli accumulatori, utilizzato dalla cinese CATL e dalla sudoceana LG Chem, i suoi due fornitori di batterie, con cui c’è un accordo decennale.
Questo tipo di tecnologia è paragonabile ad un libro mastro. Tutto quello che riguarda la batteria viene registrato in modo automatizzato passo per passo: dall’estrazione mineraria, alla sua lavorazione per arrivare alla sua distribuzione. Questo sistema prevede la cifratura dei dati e possibili errori o manomissioni vengono subito riscontrati. Il processo è sperimentato anche in diverse industrie (agricoltura, moda, farmaci o gioielli ad esempio) e viene messo in atto per andare a vigilare sulla corretta conservazione e trasporto dei prodotti e preservare l’originalità del marchio. Non bisogna dimenticare che l’azienda è attiva nell’elettrificazione della sua gamma ed entro il 2025 vuole arrivare al traguardo di avere un 50% di vendite globali coperto dalle auto elettriche e un altro 50% da quelle ibride.