(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Bruxelles, 16 mar – Gli incidenti stradali sono una causa frequente di morte prematura, indica la relazione della Corte dei conti: gli utenti vulnerabili, come i pedoni, i ciclisti e i motociclisti sono particolarmente a rischio, rappresentando quasi il 50% delle vittime, piu’ degli occupanti delle autovetture (45%). Per ogni vita persa, si stima che vi siano altre cinque persone gravemente ferite. Dice Eva Lindstrom, responsabile del rapporto: ‘La Ue ha fatto molto in materia di sicurezza stradale, ma ancora oggi molte vite vengono spezzate ogni giorno sulle nostre strade. Procedendo al ritmo attuale, l’obiettivo di dimezzare il numero dei morti entro questo decennio non verra’ raggiunto. Se la Ue e gli stati membri vogliono conseguire i propri obiettivi, devono aumentare gli sforzi e cambiare marcia’.
Nel 2022, l’ultimo anno per cui sono disponibili dati completi, sono morte 20.640 persone sulle strade dell’Unione; il tasso medio di mortalita’ era di 46 morti sulle strade per milione. La Svezia ha registrato il tasso piu’ basso con 22 vittime, la Romania quello piu’ alto (86). Per raggiungere l’obiettivo del 2030 sarebbe necessario ridurre a livello della Ue il numero di morti del 4,6%, ma nell’ultimo quinquennio questa percentuale in media si e’ attestata soltanto al 2,5% l’anno.
Gli obiettivi Ue ‘n materia di sicurezza stradale possono essere raggiunti solo se gli stati membri predisporranno gli interventi necessari e assegneranno finanziamenti adeguati a tale politica, dato che sono loro alla guida quando si tratta di attuare determinate misure che potrebbero direttamente migliorare la sicurezza stradale’. Per aiutarli ad evitare morti e feriti gravi sulle strade, la Commissione ha adottato un approccio su piu’ livelli: il ‘sistema sicuro’ Ue, basato su otto pilastri tra cui veicoli sicuri, infrastrutture stradali e utenza stradale. Gli auditor della Corte dei conti europea considerano tale approccio completo, ma ne sottolineano al tempo stesso le carenze. Ad esempio, il monitoraggio operato dalla Commissione sulla performance degli stati non e’ ancora efficace. Inoltre, le azioni intraprese dalla Uenon coprono tutte le aree di rischio, come la velocita’, che, insieme alla guida sotto l’influenza dell’alcool, il mancato uso delle cinture di sicurezza e la distrazione del conducente, e’ una delle principale cause degli incidenti.
Tra il 2014 e il 2020, la Ue ha erogato circa 6,7 miliardi di euro a progetti che hanno contribuito alla sicurezza stradale. Tuttavia, ‘i requisiti non riguardano le infrastrutture su cui si verifica il maggior numero di incidenti mortali, come strade nelle aree urbane, piste ciclabili e strade non primarie’. Allo stesso tempo, i progressi conseguiti dai vari paesi in materia di sicurezza stradale sono molto diversi. Fatto interessante, il valore attribuito alla vita umana varia significativamente da uno stato membro all’altro al momento di stimare i benefici economici dei progetti. In aggiunta, la sicurezza stradale ‘non e’ stato un criterio fondamentale nella selezione dei progetti destinati a migliorarla, dato che era in competizione con altre priorita’, come trasporti piu’ ecologici’. E i criteri di selezione spesso non sono concentrati sui punti critici su cui si verificano gli incidenti. Poiche’ i finanziamenti Ue per la sicurezza stradale potrebbero diminuire negli anni a venire, sara’ ancora piu’ importante utilizzarli al meglio per salvare vite umane.
L’Europa ha il piu’ basso tasso di mortalita’ sulle strade del mondo: il numero di morti sulle strade si e’ notevolmente ridotto dal 2000; tra il 2010 e 2020 e’ diminuito del 36%, una percentuale molto inferiore a quella programmata (50%). Aps
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16/3/24
BORSA ITALIANA