Problemi dalla Cina per Tesla. La società cara ad Elon Musk è al momento oggetto di un reclamo collettivo da parte di diversi nuovi proprietari della Model 3, la berlina elettrica prodotta nella Gigafactory di Shangai. Motivo del contendere è la segnalazione da parte di questi di aver trovato nell’auto una versione dell’hardware destinata all’autopilot diversa da quella promessa al momento dell’acquisto.
In merito a questo Tesla ha confermato di aver inserito il vecchio processore 2.5 al posto del 3.0 a causa dei problemi di rallentamento nella produzione dovuti al Coronavirus e ha specificato che andrà, gradualmente, a sostituire gratuitamente l’hardware non appena disponibile. Nota a margine: il nuovo processore va ad elaborare le immagini circa 21 volte più velocemente rispetto alla versione precedente e garantisce il funzionamento del Fsd (Full Self Driving) il sistema di guida autonoma che sarà lanciato ufficialmente entro la fine dell’anno.
Le lamentele degli acquirenti partono dal fatto che, secondo loro, Tesla non abbia informato nessuno, come dichiarato da un loro: “Peccato che Tesla non abbia informato nessuno dell’installazione di un computer non aggiornato. Capisco che sia stato fatto per abbreviare i tempi di consegna ma non sono comunque contento. Così come non accetto un aggiornamento adesso, dopo la consegna dell’auto, che significa riaprirla e spostare un gran numero di componenti, con il rischio che si verifichino altri problemi”.
Non si è fatta attendere molto la risposta di Elon Musk, ceo dell’azienda della Grande T: “Stranamente, quelli che si sono lamentati non hanno ordinato l’Fsd”. Adesso, però, l’obiettivo dell’eclettico Musk sarà quello di riuscire a non compromettere la reputazione della sua compagnia in Cina e risolvere il problema al più presto. Da ricordare, inoltre, che Tesla è riuscita ad uscire dalla crisi del Paese legata al Coronavirus rafforzata: la compagnia americana, infatti, ha conquistato circa un terzo del mercato dell’auto elettrica durante il picco del Covid-19.