Il buco di Governo che vive il nostro Paese in questo periodo sta portando diversi disagi e tra questi c’è anche il pericolo dell’aumento dell’IVA (imposta sul valore aggiunto). Se non si troverà il modo di risolvere la delicata questione e sanare quelli che sono i debiti pubblici dell’Italia, potrebbe scattare la cosiddetta “clausola di salvaguardia”: questo provvedimento è inserito nella Legge di Bilancio, la quale prevede l’aumento dell’IVA dal 1° gennaio 2019 in caso di non raggiungimento degli obiettivi sul deficit e sul debito pubblico. Questa clausola andrebbe a colpire le aliquote più alte (si passerebbe dall’attuale 22% al 24.2%), non quelle che riguardano gli alimenti di prima necessità (pane, pasta, latte etc.) Quindi andrebbe ad interessare quello che riguarda il mondo dell’automobile e tutti i suoi derivati (incremento del prezzo dell’auto e della benzina).
Proprio per questo il presidente di “Federauto” (Federazione Italiana Concessionari Auto), Adolfo De Stefani Cosentino, si mostra molto preoccupato in merito a questa situazione: “Siamo molto preoccupati per il protrarsi della ‘impasse’ sulla formazione del nuovo Governo. Ci uniamo alle dichiarazioni già espresse dal presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, sulla imprescindibile necessità di disinnescare le clausole di salvaguardia che porterebbero un aumento dell’aliquota IVA. Il nostro settore ne sarebbe colpito in modo pesantissimo: vale la pena ricordare che questo aumento, misurato sul valore medio delle vetture vendute, comporterebbe un incremento del prezzo di 630 euro a veicolo”.
L’aumento dell’IVA, inoltre, farebbe salire vertiginosamente anche i prezzi sugli accessori auto, sulla manutenzione e pure sul pedaggio autostradale. Non può mancare all’appello anche il carburante: su benzina e diesel oltre all’IVA si pagano anche le accise (tassa sull’acquisto dei carburanti). Come se non bastasse, in caso di non aumento dell’IVA, il carburante potrebbe comunque vedere lievitare il proprio prezzo per l’aumento delle accise, previsto per il 2020. Il futuro per gli automobilisti è abbastanza denso di nubi.