Il comparto dei veicoli elettrici continua a crescere, spinto anche dagli incentivi statali, ma tutto questo non sarebbe possibile senza alcuni minerali, come il litio. A che punto ci troviamo?
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Tra auto, moto, scooter, furgoni e mezzi pubblici, nel 2022, a Roma circolavano 2.350.069 veicoli, di cui il 75% erano auto, stando ai dati dell’Ufficio di statistica del Comune di Roma. Tenendo conto che al 31 dicembre 2022, la popolazione residente a Roma era di 2.748.109 è facile intuire che praticamente si arriva a quasi un’auto per abitante.
Roma, purtroppo, non è un caso isolato: se fino a un secolo fa negli Stati Uniti 14 persone su 100 avevano un’auto di proprietà, ora sono 90 su 100, queste le stime preoccupanti dell’Ufficio di efficienza energetica e energia rinnovabile americano.
Se l’obiettivo è quello di inquinare sempre meno, allora è necessario un cambiamento radicale e “le batterie sono al centro di un cambiamento strutturale e fondamentale che ha un impatto su molti aspetti della nostra vita, soprattutto nel passaggio secolare dai veicoli con motore a combustione interna ai veicoli elettrici”, spiegano Michael Steward, Head of Pooled Index Strategy e Elisa Piscopiello, Etf Analyst di Legal & General Investment Management (LGIM). Grazie all’innovazione tecnologica e alla riduzione dei prezzi delle batterie, la domanda per i veicoli elettrici potrebbe aumentare rapidamente, anche spinta dalla minaccia sempre più forte che rappresenta il cambiamento climatico.
Auto elettriche: un futuro che ormai è alle porte
I dati sulle vendite riflettono dinamiche già in atto. Nel 2022, infatti, il trend dei veicoli elettrici (Ev) è ufficialmente esploso: se nel 2020 l’Agenzia Internazionale dell’Energia (Iea) aveva stimato che avremmo dovuto aspettare fino al 2030 per vedere questo comparto occupare almeno il 10% del mercato, questo traguardo è stato tagliato proprio alla fine dello scorso anno. A livello globale, l’interesse per questo nuovo megatrend è innegabile, con 26 milioni di auto elettriche in circolazione (61% in più rispetto al 2021) e oltre un milione di nuove immatricolazioni riconosciute dall’Iea, ma l’ondata di innovazione ha, per prima, investito la regione Asia Pacifico.
Ma non solo Asia. Grazie all’Inflation Reduction Act statunitense e ai nuovi standard dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente, che richiedono un minimo del 60% di produzione di Ev da parte dei produttori di apparecchiature originali, gli Stati Uniti prevedono di raggiungere il 50% di vendite entro il 2030. E anche in Europa, dove la Commissione Europea ha sancito un blocco della vendita di auto a emissioni CO2 entro il 2035, la vendita di Ev è destinata a crescere.
Secondo le stime di BloombergNEF, questa crescita si trova solo all’inizio: nel 2032 potrebbero circolare 335milioni di auto elettriche, ovvero 10 volte in più rispetto a oggi, e 730milioni entro il 2040 (oltre 28 volte più di oggi).
Veicoli elettrici e minerali: due mercati più vicini che mai
La richiesta di veicoli elettrici è destinata a crescere e, con lei, alcuni minerali sono diventati velocemente molto ricercati: se da un lato gli Ev sono più efficienti dei veicoli a benzina o a diesel, la loro costruzione richiede un notevole apporto di minerali e, tra questi, spicca il litio.
Sono le caratteristiche innate del litio, ovvero peso ridotto e elevato potenziale elettronico, a renderlo un materiale indispensabile per la creazione delle batterie che alimentano questi veicoli. Proprio per questo, tra il 2017 e il 2021, il prezzo del metallo ha registrato una rapida escalation: con un aumento di 6,7 volte secondo l’Iea, rispetto a 3,1 volte del nichel e 1,5 volte del rame. Una domanda che non è destinata a scendere e anzi, entro il 2040 il 92% della domanda di litio arriverà proprio dal comparto della transizione energetica.
Più litio per tutti
Ci sarà abbastanza litio per stare dietro alla domanda prevista in forte aumento? L’estrazione del litio è un processo complesso con varie fasi di autorizzazioni e test, e le nuove miniere impiegano in genere dagli 8 ai 15 anni per entrare in funzione.
Questa combinazione di concentrazione geografica dell’offerta e complessità dell’estrazione comporta un rischio di scarsità e un potenziale squilibrio tra domanda e offerta.
“Il problema non è che il mondo non abbia abbastanza litio, ma piuttosto estrarre il metallo dal terreno abbastanza velocemente da tenere il passo con la domanda e garantire la capacità di raffinazione necessaria per trasformarlo in un prodotto adatto alle batterie che può essere inserito nel mercato.”, spiegano gli esperti di LGIM.
Questo problema riguarda anche altri metalli chiave nella transizione energetica come nichel e rame. Lo US Geological Survey ha rilevato che, anche se la domanda è aumentata notevolmente per questi metalli, i prezzi più alti hanno fatto sì che le riserve complessive identificate siano aumentate, il che significa che la sfida è ottenere questi metalli.
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30/10/23
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