Il primo SUV della storia Alfa debutta a Los Angeles nella versione più sportiva da oltre 500 CV
Finalmente anche Alfa Romeo ha il suo SUV e si chiama Stelvio. Il nome era noto da tempo, ma mancava l’ufficialità che è arrivata a poche ore dall’apertura del Salone di Los Angeles insieme alla scoperta della carrozzeria più muscolosa, quella della versione Quadrifoglio da oltre 500 cavalli. Si comincia con il piatto forte perché il tema del piacere di guida sarà centrale, proprio com’è avvenuto per la Giulia con la quale la Stelvio condivide buona parte della meccanica. In questo caso però la sfida è ancora più grande, perché parliamo di un SUV, vale a dire dell’Alfa Romeo che non c’era ed è necessaria per ambire a conquistare nuovi clienti in tutto il mondo. Stati Uniti in primis.
Un SUV quasi coupé
Un primo dato: 4 metri e 68 centimetri di lunghezza. Il che posiziona la Stelvio fra i SUV medi tipo BMW X3, Porsche Macan, tanto per citare due modelli filosoficamente simili a quest’Alfa Romeo. Ma l’impostazione stilistica particolarmente sportiva – vedi la forma sfuggente della coda – rende lo Stelvio concettualmente più vicino ai cosiddetti SUV coupé come la BMW X4 o la Mercedes GLC Coupé. Il frontale rappresenta una declinazione perfetta in formato SUV della Giulia, con un cofano che si protende molto in avanti rispetto al resto della carrozzeria e consente di equilibrare visivamente (oltre che fisicamente al 50:50) il corpo vettura. Il resto del lavoro sull’impatto estetico lo fanno le prese d’aria dedicate agli intercooler, le appendici areodinamiche con paraurti maggiorati, lo spoiler in carbonio e cerchi da 21 pollici con vista su un impianto frenante carboceramico. Troppo? Per chi non ama i SUV che si fanno notare probabilmente si, ma ricordiamo che questa è la versione Quadrifoglio che non può passare inosservata. Non fosse altro per una questione di principio.
A scuola di Giulia
Dentro la Stelvio l’atmosfera è quella della Giulia, in tutti i sensi. L’abitacolo ne riprende l’impostazione hi-tech e allo stesso tempo minimalista: pochi, pochissimi pulsanti e un impianto d’infotelematica con schermo da 8.8 pollici che racchiude praticamente tutto e si governa con un unico rotore sul tunnel centrale. La plancia si sviluppa sempre in orizzontale e risulta leggermente più alta è massiccia, ma comunque molto ordinata nell’insieme. E in virtù della configurazione Quadrifoglio è adornata di tutto punto in termini di rifiniture sportive, con rivestimenti in pelle e Alcantara, cuciture a contrasto e modanature di alluminio o carbonio in ogni dove. Non sono ancora disponibili informazioni sugli equipaggiamenti che ricalcheranno con tutta probabilità quelli della Giulia, mentre per quanto riguarda i valori di abitabilità in particolare del bagaglio, in mancanza di dati ufficiali vi rimandiamo all’articolo che pubblicheremo a breve con le nostre impressioni in presa diretta da Los Angeles.
Una meccanica di alto livello
Tornando alla certezze, la prima è il motore. Sotto il cofano della Stelvio Quadrifoglio c’è lo stesso 2.9 V6 Biturbo della Giulia, capace di 510 cavalli governati sempre dal cambio automatico della ZF a 8 marce (nel caso dello Stelvio il manuale non dovrebbe esser disponibile) e scaricati a terra dal sistema di trazione integrale Q4 a controllo elettronico che in base alle condizioni di aderenza è in grado di trasferire sull’asse anteriore fino al 50% della coppia motrice. Fermo restando che se non sono rilevate perdite di motricità, la trazione è posteriore al 100%. Purtroppo la scheda con le prestazioni di dettaglio non è stata ufficializzata, ma le premesse per rendere lo Stelvio entusiasmante su strada ci sono tutte. Non fosse altro perché sono state adottate tutte le soluzioni progettuali viste (e apprezzate) sulla Giulia Quadrifoglio: dallo schema telaistico AlfaLink (al retrotreno c’è un multilink più sofisticato a quattro bracci e mezzo), alle soluzioni di alleggerimento dell’auto (anche per lo Stelvio l’albero di trasmissione è in fibra di carbonio), passando per i vari controlli elettronici evoluti come il Torque Vectoring che regola la motricità di ogni singola ruota o il sistema IBS (Integrated Brake Assist).
Aspettando i motori “normali”
Va da se che lo Stelvio che interesserà gli italiani sotto al cofano dovrà avere un motore diesel e per quanto Alfa Romeo non abbia ancora diffuso informazioni definitive in merito, è certa l’adozione del 2.2 diesel con vari livelli di potenza (l’offerta potrebbe analoga a Giulia: 150, 180 o 210 CV). Quanto ai benzina, per gli Stati Uniti è già stato annunciato il 4 cilindri 2.0 Turbo da 280 CV che da noi arriverà anche nella variante da 200 CV. Per tutte la trazione dovrebbe essere a scelta posteriore o integrale. Il lancio commerciale? Entro la prossima primavera.
fonte: OmniAuto.it – 16/11/2016
http://www.omniauto.it/magazine/42141/alfa-romeo-stelvio-quadrifoglio-2017