Nonostante le grandi innovazioni intervenute nel corso degli anni in materia di sicurezza stradale, i margini di miglioramento e le possibilità di diminuire i fattori di rischio quando si è alla guida sono ancora tantissimi
Mentre aspettiamo la auto che si guidano da sole, ci sono studi che si concentrano sul rendere gli autoveicoli sempre più autonomi e in grado di interagire con il conducente.
Proprio in quest’ottica il Team di studenti dell’Alta Scuola Politecnica dei Politecnici di Milano e Torino sta lavorando ad un progetto chiamato “Active Pedal”. Si tratta di un’idea innovativa, portata avanti grazie alla collaborazione di Bosch Automotive Germania, che ha permesso la realizzazione di una nuova tipologia di pedale, detto “pedale dell’acceleratore attivo”.
- Un prototipo di ActivePedal. Alta Scuola Politecnica
Parliamo di un dispositivo che interagisce con il guidatore attraverso una serie di stimoli aptici, che possono essere la vibrazione o la spinta e che indirizzano il conducente verso determinati comportamenti, aumentandone concentrazione e attenzione al volante.
Ciò che più interessa è però capire in che maniera funzioni il pedale e come effettivamente vada ad interagire con il guidatore. Per fare un semplice esempio,se in autostrada venisse superato il limite di 130 km/h, il pedale inizierebbe ad esercitare una spinta contraria all’accelerazione sul piede del conducente, inducendolo così a rallentare e a riportarsi nei limiti di velocità previsti dalla legge.
In un altro caso, l’eventuale immissione nella carreggiata di un veicolo verrebbe segnalata attraverso una vibrazione, in modo tale che il conducente mantenga la concentrazione e non si distragga.
Per poter effettivamente testare le prestazioni dell’Active Pedal, il Team di studenti si è servito del simulatore di guida dell’iDrive del Politecnico di Milano, che ha ricreato uno scenario relativo ad un tratto autostradale italiano.
A una prima analisi, l’esperimento condotto è stato in grado di dimostrare significativi miglioramenti nell’attenzione alla guida da parte dei conducenti coinvolti. Questi infatti sono parsi meno distratti, come emerso dai dati ricavati, i quali hanno indicato che ad una velocità media di 120 km/h, i guidatori hanno prestato 6 minuti in più di attenzione alla strada ogni ora, ovvero 12 km su 120. Inoltre, anche i tempi di reazione sono notevolmente migliorati, e hanno portato i veicoli a guadagnare fino a 33 metri di frenata in caso di emergenza.
L’obiettivo resta dunque quello di ottimizzare il funzionamento di questo pedale molto particolare, per arrivare ad avere guidatori meno distratti e più reattivi, grazie a nuove tipologie di stimoli, diverse da quelle tradizionali basate su vista e udito.
Marco Sacchi – it.businessinsider.com – 10/10/2017
Idea italiana per la sicurezza stradale: l’acceleratore che avverte se c’è qualcosa che non va