(sicurauto.it)
Studio internazionale scopre che i benzina emettono fino a 62 volte più dei diesel di ultima generazione. Sotto accusa PM e aerosol organico
CONTRIBUTI INTERNAZIONALI
Lo studio è stato coordinato da S. Hellebust, dell’Université de Montréal, e ha visto la partecipazione di scienziati e ricercatori del Laboratory of Atmospheric Chemistry svizzero, del Norwegian Institute for Air Research, della Aix Marseille Université, del Central Statistics Office irlandese e dell’European Commission Joint Research Centre di Ispra (VA), con 4 ricercatori italiani fra i firmatari. Per gli USA hanno contribuito scienziati del NOAA Earth System Research Laboratory; CIRES e Department of Chemistry dellaUniversity of Colorado e il Center for Atmospheric Particle Studies della Carnegie Mellon University mentre un contributo è arrivato anche dall’Institute of Earth Environment della Chinese Academy of Sciences.
NEMICO PUBBLICO NUMERO 1
Lo studio si è concentrato sul particolato di Carbonio, che è uno dei più famigerati PM, che annovera fra i suoi componenti il Carbon Black (nerofumo) e 2 aerosol: l’organico primario (POA) e quello secondario (SOA), detto così perché deriva dall’invecchiamento dei suoi “precursori” nell’atmosfera. Questo interesse si spiega con la sua elevata tossicità, cosa che non si può dire della CO2, imputata per il suo effetto serra ma non velenosa di per sé, al punto che Mercedes la usa nei climatizzatori per evitare una mega multa. Secondo i ricercatori, per valutare accuratamente questo tipo di inquinamento occorre quindi conoscere sia le emissioni primarie sia le secondarie, che si evidenziano dopo qualche tempo. Gli autori hanno compiuto un esame sistematico delle emissioni di PM e hanno parametrizzazione la formazione dei SOA: le analisi sono state condotte, in laboratori controllati, su veicoli recenti diesel e benzina Euro 5 a 2 diverse temperature. Quelle effettuate a 22,7 gradi centigradi hanno mostrato che le auto a benzina emettonoPM e SOA 10 volte di più rispetto a quelle diesel. Se la temperatura di test scende a – 7° C i dati peggiorano ancora per i motori a benzina, che possono emettere 62 volte più particolato e POA rispetto ai diesel. Dato che gli aerosol primari si trasformano in SOA, lo studio conclude che saranno le auto a benzina le principali emettitrici di particolato e di aerosol secondari, dato che i diesel più recenti, dotati di efficienti filtri antiparticolato e catalizzatori, emettono pochissimo PM e POA e quindi pochi SOA. Lo studio conferma comunque che i diesel emettono viceversa più ossidi di Azoto Nox.
PASSAGGIO DI TESTIMONE
Sembra quindi che i motori a benzina diventeranno, in proiezione futura, i portabandiera dei PM: non è infatti un caso che le norme Euro 5 e 6 prevedano limiti al particolato per i motori a benzina soltanto per quelli alimentati ad iniezione diretta. La situazione attuale è però ben diversa: in Europa, dove i diesel sono molti, pesano parecchio quelli meno recenti ed il risultato è che la maggior parte del particolato viene dai diesel. Nella figura qui sotto in a) si vede come è composto il SOA di a Los Angeles e come varia a seconda dell’orario. In b) si vede invece la composizione per varie città, americane ed europee (BC è i nerofumo e HOA è l’aerosol di CO2). La linea rossa è la percentuale dei diesel e si vede bene come essa sia legata inversamente ai SOA.
autore: Nicodemo Angì – sicurauto.it – 21/07/2017