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Il prototipo del 1980 anticipò di tre anni la versione 4×4, utilizzando una meccanica efficace e semplificata
La Fiat Panda che esordì nel 1980 era un’utilitaria robusta, spartana ed economica. Non aveva particolari velleità, dal momento che le avversarie dell’epoca erano modelli semplici come le Citroën Dyane e Renault 4, vetture basate su una meccanica non aggiornata ma affidabili e dai bassi costi di mantenimento. Toccò a Giugiaro e Italdesign metterne in luce l’aspetto più ludico e sbarazzino, ideando una proposta di stile a cui mancavano il tetto e le portiere, che avrebbe ispirato con largo anticipo una fra le varianti più fortunate e di successo nella storia del modello: il prototipo Panda 4×4 Strip adottava le quattro ruote motrici tre anni prima della Panda 4×4 e segnò la direzione che Fiat avrebbe seguito in vista della variante alta da terra, considerata ancora oggi un punto di riferimento per chi vuole muoversi con agilità lontano dall’asfalto.
Nell’abitacolo c’è spazio per 6
La Panda 4×4 Strip viene esposta nel 1980 al Salone di Torino, poche settimane dopo quello di Ginevra, in cui Fiat mostra la sua utilitaria in anteprima assoluta. Italdesign trasforma la carrozzeria e rimuove il tetto, elimina le portiere (sostituendole con una striscia di corda) e aggiorna il parabrezza, ancorandolo a due cardini in maniera da poterlo ripiegare sul cofano anteriore. In questo modo l’utilitaria smarrisce del tutto le sembianze da cittadina e guadagna un aspetto più sbarazzino e anticonformista. La stessa impostazione si ritrova nell’abitacolo, complice la scomparsa del divanetto posteriore, sostituito con due panchette montate in senso longitudinale e riservate ciascuna a due passeggeri. La griglia a schermo dei fari anteriori mette in evidenza la vocazione dell’auto, insieme agli archetti in plastica nera sugli archi passaruota.
La trazione integrale è semplificata
Il prototipo non era soltanto un esercizio di stile, perché adottava una meccanica a trazione integrale relativamente semplice e poco laboriosa da costruire: Italdesign non ritoccò la meccanica di base ma studiò un albero di trasmissione semplificato, scegliendo come base di partenza la Panda in vendita e sviluppando un sistema a quattro ruote motrici di tipo inseribile. La meccanica era identica a un altro prototipo del 1980, la Panda 4×4 Offroader, basata sulla Panda 45 ma rialzata da terra ed equipaggiata con pneumatici tassellati per l’utilizzo in fuoristrada. La carrozzeria torinese realizzò inoltre una serie di accessori dedicati per la 4×4 Strip, a partire dal tendalino per riparare l’abitacolo in caso di pioggia fino agli attrezzi per togliersi d’impacco in situazioni di stallo.
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