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Ad oggi, risulta conveniente produrre motori diesel in luogo di quelli elettrici ed ibridi in quanto il costo delle batterie è ancora elevato. Ma i costi di produzione sono destinati a diminuire per la crescente domanda e grazie alla possibilità di avvalersi di tecnologie innovative
In base alle dichiarazioni rilasciate da Håkan Samuelsson, uno degli uomini di punta di Volvo, per le aziende automobilistiche, a partire dal 2020, la produzione di motori diesel non sarà più remunerativa. Questa previsione conferma quanto già fatto trapelare da Sergio Marchionne e da altri marchi di prestigio, quali Volkswagen, Citroën, Peugeot e Renault. Alle stesse conclusioni è giunta la ricerca (si tratta dell’Automotive Study 2016) condotta dalla famosa società di consulenza “AlixPartners”, che ha indicato nel 2015 l’anno della svolta nel mondo dei motori. I dati presentati, in questo caso, prospettano un deciso spostamento della motorizzazione in favore del mercato elettrico a far data dal 2030. In particolare, la società ha osservato come i limiti imposti alle emissioni di CO2, riferite ai veicoli di minori dimensioni, potrebbero raggiungere entro tale anno i 50g/km. Quanto prospettato, ad ogni modo, avverrà solo se continueranno gli investimenti nell’elettrico, volti soprattutto a dotare le città di adeguate infrastrutture per la ricarica delle batterie.
Nei prossimi anni, a rendere meno conveniente la produzione di motori diesel saranno motivazioni di carattere economico ed ambientale. I produttori dovranno anche confrontarsi con la cattiva pubblicità conseguente allo scandalo sulle emissioni, che ha coinvolto Volkswagen. Inoltre, non devono essere sottovalutati i problemi legati alla complessità dei sistemi di trattamento dei gas di scarico, e gli investimenti necessari per rispondere alle normative sempre più restringenti in tema di emissioni.
Ad oggi, risulta conveniente produrre motori diesel in luogo di quelli elettrici ed ibridi in quanto il costo delle batterie è ancora elevato. Ma i costi di produzione sono destinati a diminuire per la crescente domanda, e grazie alla possibilità di avvalersi di tecnologie innovative. Questo porterà le case automobilistiche ad investire maggiormente nella «elettrificazione», che offre delle opportunità di sviluppo superiori. Chi possiede un modello diesel potrà liberarsi della vettura usata per acquistare un’auto elettrica. Sono diverse le piattaforme online specializzate nel mercato dell’usato che mettono a disposizione strumenti per il calcolo del valore della propria auto.
Una frenata alla produzione di motori diesel è determinata anche dalle politiche attuate da diversi amministratori locali. Per rendersene conto è sufficiente ricordare come diverse società si siano già espresse contro la circolazione delle auto a gasolio. La lista delle località che hanno abolito le auto a gasolio per le emissioni di particolato è sempre più lunga. Entro il 2025, città come Parigi, Atene, Madrid e Monaco di Baviera faranno lo stesso.
Per quanto riguarda il mercato italiano, finora l’impatto dei modelli elettrici nel settore automobilistico è stato limitato. Nonostante il numero di auto elettriche sia in continua ascesa, la quota di mercato è ancora piuttosto contenuta. Ad ogni modo, non sono poche le case produttrici che sembrano puntare con decisione verso questa nuova tecnologia. Se Tesla ha scelto di equipaggiare con tale motore sia le auto sportive che premium, Toyota è stata una delle prime case a realizzare macchine ibride. Anche Mercedes, Porsche, Bmw, Renault, Nissan e Fiat Chrysler si sono dimostrate molto interessate ad investire nell’elettrico.
autore: redazione motori.diariodelweb.it – 09/05/2017
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