A volte, purtroppo, capita di dover sostituire il parabrezza dell’auto. Un sasso che lo colpisce per caso (in molte città italiane dove le buche e i frammenti sono frequenti quanto l’asfalto in buono stato, succede più spesso di quanto si creda) può costringerci a ripararlo o a sostituirlo.
Se la soluzione obbligata è quest’ultima, nella ricerca di un prodotto economico è bene fare molta attenzione, dato che può capitare di sentirsi proporre un ricambio a buon prezzo che nasconde insidie e pericoli per la nostra sicurezza. “Ci hanno segnalato alcuni utenti casi in cui il parabrezza sostituito produce un effetto specchio ed impedisce la corretta visibilità” ci dice l’ingegnere Renato Carraro, decenni di consulenze tecniche alle spalle e socio di maggioranza di C. & C. consulenza sicurezza e qualità, società che fornisce consulenza e assistenza sulla sicurezza dei prodotti.
E spiega: “Il parabrezza non può e non deve essere marcato CE, perché è disciplinato dalle leggi del settore automotive, che impongono l’omologazione. Nessuna certificazione e nessuna marcatura possono mai sostituire l’omologazione, perché questa è rilasciata da una autorità pubblica, dopo la verifica che il prodotto ha tutte le caratteristiche e prestazioni richieste dall’obbligo di omologazione”.
Ma quali sono le sigle che dovremmo leggere su questo ricambio per stare al sicuro?
Come detto l’avvenuta omologazione testimoniata da ECE e un numero preceduto da una lettera: conformità con gli standard di sicurezza d’Europa
Oltre alle altre diciture possiamo trovare (generalmente sul lunotto e sui finestrini laterali) la scritta Tempered che indica che il vetro è realizzato con trattamento termico e quella Laminated sul parabrezza che ha al suo interno una lamina di plastica classica che fa in modo che in caso di impatto non si frammenti come il cristallo ma produca la classica frattura a ragno.
Vinicio Paselli