Secondo l’istituto Piepoli, sono 32 milioni gli italiani che hanno assistito a eventi legati al motorismo storico. Di questi, il 45% pensa o immagina di acquistare, prima o poi, un’automobile o una moto classica.
E’ vero, in dieci anni i valori delle compravendite sono triplicati secondo gli analisti del mondo automotive. Ma è difficile stabilire con certezza se il mercato delle classic car voli o sia in preda di speculatori: pochi controlli, molte venite non tracciate. E spese di restauro sempre più alte che spaventano i piccoli risparmiatori: senza la passione – si sa – non si va da nessuna parte. E il concetto vale anche per il mondo delle classic car dove il ritorno economico di ogni investimento non è mai certo: per una e-type prima serie che raddoppia il valore ci sono cento altri modelli che si piantano con le valutazioni e – soprattutto – non trovano un compratore.
Speculazioni o no, una cosa è certa: oggi la storia, il passato e più in generale “il mondo del classic” come dicono gli analisti vola.
I tempi cambiano e ciò che una volta era solo vecchio oggi è glamour, quello che un tempo andava nascosto oggi finisce sotto i riflettori. La storia diventa elemento di marketing e di comunicazione: da Instagram parte la carica. E proprio sul mondo virtuale più popolato dai giovani le regine sono #lanciadeltaintegrale #Ferrarigto #jaguaretype e soci: nessuna auto moderna può competere con queste in termini di like e follower. La rivoluzione è iniziata.
Il risultato? Straordinario: in Italia un giro d’affari di oltre due miliardi di euro, appassionati lungo tutto lo stivale e un ruolo consolidato a livello internazionale: il motorismo storico si conferma volano dell’economia e riconosciuto ambasciatore italiano nel mondo. Non è un caso che i marchi tricolore sono tra i più apprezzati dai collezionisti ed anche quelli con le quotazioni più alte. In vetta alla graduatoria delle vetture più costose del pianeta, infatti, troviamo da sempre la Ferrari GTO. Oltre ai marchi che hanno fatto la storia dell’auto nazionale, l’Italia può però vantare un’altra grande tradizione, quella legata ai carrozzieri, come Pininfarina, Bertone, Zagato, che hanno contribuire a creare, negli anni, modelli stilisticamente unici e ancora attualissimi.
Tutti fattori che concorrono a creare grande interesse per il settore, se è vero che, come ha rilevato l’istituto Piepoli, sono 32 milioni gli italiani che hanno assistito a eventi legati al motorismo storico. Di questi, il 45% pensa o immagina di acquistare, prima o poi, un’automobile o una moto d’epoca.
Notevole anche il fatturato generato: 2,2 miliardi di euro, quasi una manovrina, costituito prevalentemente da due voci: manutenzione e restauro, che vuol dire anche lavoro per migliaia di addetti e il turismo legato agli eventi.Questi numeri si traducono anche in una serie di eventi espositivi che susseguono da Nord a Sud e che hanno la sua massima espressione nel Salone delle auto e moto d’epoca di Padova, il più grande d’Europa.
La rassegna veneta, in programma sempre a ottobre, ha appena spento 28 candeline ed è ormai un colosso per quanto riguarda fatturati e movimenti economici. Stesso discorso per quella che una volta era nata come una “rievocazione storica”: la Mille Miglia, oggi un enorme business. Per vetture spedite da mezzo mondo, assistenza tecnica, organizzativa e ovviamente turistica e culturale. Basta dire che per l’imminente versione 2019 ci sarà anche Vinci, città natale di Leonardo, tra le tappe della 1000 Miglia. Il percorso della 37/a edizione della gara più bella del mondo infatti omaggerà Vinci e Leonardo in occasione delle celebrazioni per il 500enario della morte del Genio rinascimentale. Business nel business.
Va detto però che esistono anche diverse zone d’ombra nel collezionismo di classic car. Da poco, ad esempio, gli uomini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Rovigo, coordinati dalla Procura della Repubblica di Vicenza, hanno scoperchiato – dopo due anni di indagini – una maxi evasione fiscale realizzata dal 2011 al 2017 nel settore dei pezzi di ricambio delle auto d’epoca.
L’attività ha avuto inizio nel gennaio 2017 allorquando i finanzieri hanno acquisito informazioni riguardanti un pensionato residente nel vicentino, il quale presso la propria abitazione aveva impiantato una redditizia attività economica nel settore della componentistica specializzata di auto da competizione e d’epoca, completamente sconosciuta al fisco. Era tanto vasto il giro di clientela del meccanico che a lui si rivolgevano appassionati di auto da ogni parte d’Italia e dall’estero per reperire pezzi di ricambio per le proprie vetture altrimenti introvabili.
Le indagini hanno altresì fatto emergere svariati stratagemmi ai quali ha fatto ricorso nel tentativo di dissimulare la propria posizione fiscale, quale ad esempio l’utilizzo di nominativi fantasma, spedizioni in contrassegno e uso di postepay intestate a propri collaboratori. Comportamenti questi che hanno integrato anche il reato di utilizzo indebito di carte di pagamento e ricorso al denaro contante oltre i limiti previsti dalla legge.
Vinicio Paselli