Cittadino due, Equitalia zero. E tra poco il terzo «round» nella vicenda di Anna Brizzi, operatrice sociosanitaria di Borgomanero. Da anni è vittima di una querelle giudiziaria con Equitalia che continua a mandarle al vecchio indirizzo di Gattico, da lei lasciato nel 2009, cartelle di pagamento per multe non pagate perché mai ricevute. Già nel 2016 il giudice di pace di Novara le aveva dato ragione e aveva condannato Equitalia Nord spa a restituirle il capitale pignorato e risarcirla con 1.215 euro per averle preso dei soldi senza averne diritto.
Tutto finito? No, un anno dopo l’ex Equitalia, diventata Agenzia delle Entrate Riscossione, le ha chiesto il pagamento di due vecchie cartelle. Sono state indirizzate a Gattico, come le precedenti, e peraltro già prescritte. Stesso errore, stesse dinamiche, e identiche colpe già censurate dall’autorità giudiziaria novarese. Qualche giorno fa la seconda vittoria della donna, che ha dovuto rivolgersi nuovamente a Federconsumatori di Verbania: assistita dagli avvocati Enzo Iapichino e Antonio Petrongolo, ha ottenuto la seconda sentenza favorevole da parte del giudice di pace. In questa occasione, oltre all’indirizzo sbagliato, c’era anche una nullità di intimazione: l’avviso era stato emesso dall’Ufficio di Milano e non da quello di Novara.
Tornerà anche in tivù.
Brizzi: «Pensavo che l’incubo durato due anni fosse terminato e invece mi sono trovata nella stessa situazione. Le nuove richieste di pagamento mi sono arrivate poco prima del Natale 2017. Avevamo da poco concluso la prima causa. Ero davvero incredula». Ed è per questo che invita chiunque riceva qualche avviso di riscossione a controllare bene che non ci siano errori. L’avvocato Iapichino: «E’ assurdo che possano essere commesse a distanza di poco tempo le stesse violazioni ed errori. E non è finita qui: nonostante la duplica vittoria, a breve saremo costretti ad avviare un terzo procedimento perché nel frattempo l’Agenzia ha commesso un altro sbaglio, chiedendole il pagamento di due cartelle del 2009, peraltro già annullate dal Decreto Salvini-Di Maio entrato in vigore ad ottobre».
L’odissea è iniziata nel 2014. Il datore di lavoro aveva comunicato alla donna che Equitalia le pignorava un quinto dello stipendio mensile. Dopo le opportune verifiche, lei aveva scoperto che le venivano addebitate multe per violazione del codice della strada. Non le aveva mai ricevute perché mandate al vecchio indirizzo di Gattico.
Inutile ogni tentativo di ottenere l’annullamento e concludere bonariamente la lite. Fra il primo e il secondo procedimento, Anna Brizzi, con l’avvocato Iapichino, aveva anche raccontato la sua vicenda a «Mi manda Rai Tre», programma di Salvo Sottile a difesa dei consumatori. Ci tornerà a breve.
Vinicio Paselli