.
Un recente studio dell’Insurance Institute for Highway Safety (IIHS) ha sollevato preoccupazioni sul comportamento degli automobilisti che utilizzano assistenti alla guida, come il sistema Autopilot di Tesla e il Pilot Assist di Volvo.
Vi abbiamo per l’appunto parlato del caso di un conducente di una Tesla Model 3 che si è addormentato con l’autopilot attivo: premesso che questo è un caso estremo, gli studi evidenziano come gli automobilisti tendano a diventare più distratti e meno attenti alla guida avvalendosi di questi sistemi.
Questo fenomeno è attribuito a una falsa sensazione di sicurezza generata dall’affidamento eccessivo sui sistemi di assistenza. L’analisi ha rivelato che i conducenti, mentre utilizzano questi sistemi, sono inclini a distogliere la loro attenzione dalla strada per attività rischiose, come controllare il telefono o mangiare.
I dati mostrano che i conducenti di veicoli dotati di assistenti alla guida possono rispondere agli avvisi di attenzione solo con un tocco minimo sul volante, il che suggerisce che non rimangono realmente vigili. David Harkey, presidente dell’IIHS, ha sottolineato l’importanza di una corretta educazione sull’uso di queste tecnologie. La formazione attuale tende a incoraggiare comportamenti rischiosi, poiché i conducenti apprendono a considerare la semplice interazione con il volante come sufficiente per mantenere l’attenzione.
Passando invece ai veicoli senza conducente, programma di veicoli autonomi di Uber ha subito un duro colpo nel 2018 a causa di un incidente mortale, portando a una revisione delle strategie aziendali. Nonostante le sfide, Uber collaborerà con Cruise per sviluppare robotaxi, mentre Waymo lancia una nuova generazione di tecnologia di guida autonoma, evidenziando la necessità di migliorare la sicurezza nel settore.
.
18/9/24
everyeye.it (da: Motor.es)