Il mercato non è pronto alla totale elettrificazione: Ford fa un passo indietro
Sono sempre di più i costruttori cinesi che guardano all’UE per la produzione, anche se il nostro Paese non è quasi mai una prima scelta
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Il numero di case automobilistiche cinesi intenzionate ad ubicare parte della loro produzione globale in Europa aumenta di giorno in giorno. Eppure, raramente, per non dire mai, l’Italia viene scelta come base per la costruzione di nuove fabbriche: abbiamo letto di BYD in Ungheria, di Chery in Spagna, del nostro Paese invece nulla. E dire che i contatti tra le aziende e il governo italiano non mancano, il problema è che non si trovano strutture pronte per essere messe immediatamente in funzione.
Offensiva cinese in Europa
Una conferma di ciò arriva anche da Andrea Bartolomeo, country manager e vice president del gruppo Motor Italy. “Non c’è una fabbrica pronta a essere rimessa subito in moto, non c’è un sito Plug & Play, come si dice in gergo”, le sue parole riportate da Repubblica. E questo è un punto fondamentale nelle strategie delle case automobilistiche cinesi, che per stanziarsi in Europa vogliono avere a disposizione un hub produttivo immediato, anche piccolo magari, per poi ampliarsi gradualmente.
Italia seconda scelta
“Noi vogliamo aprire due stabilimenti in Europa. L’Italia è nella short list, insieme a Germania, Spagna e Ungheria – ha proseguito Bartolomeo, intervenuto in occasione degli Automotive Dealer Day di Verona – La sua posizione si è rafforzata rispetto a febbraio, ma non rispetto alla scelta della prima fabbrica, che dovrebbe produrre intorno alle 50.000 auto. Rimane favorita per la costruzione di un secondo sito da oltre 100.000 pezzi”.
E sui dazi…
Entro un paio di mesi sapremo cosa avrà deciso Saic, anche se le parole di Bartolomeo non lasciano spazio a troppe interpretazioni: uno stabilimento produttivo in Italia non è da escludere, ma non come prima fabbrica. Intanto, sempre sullo stesso filone, continua a tenere banco la discussione relativa ai dazi che l’UE vuole imporre alle auto elettriche di fabbricazione cinese. “I cinesi sono ben consapevoli che l’Europa sarà costretta ad alzare le barriere commerciali come hanno fatto gli Stati Uniti – ha fatto sapere Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy – Questo vuol dire che il mercato americano si è chiuso e che la sovrapproduzione cinese inonderà il mercato europeo. L’Europa dovrà tutelarsi. Se un italiano deve comprare un’auto cinese, io penso che sia meglio che compri un’auto realizzata da una casa automobilistica cinese in Italia, con le componenti e il lavoro italiano, piuttosto che importarle dalla Cina”.
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28/5/24
FormulaPassion.it
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