In pochi credevano che gli antivirus sulle auto potessero diventare un obbligo. Eppure, con l’avanzare della tecnologia, anche questo sistema di protezione dovrà essere integrato nelle vetture più moderne e soprattutto innovative
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L’integrazione degli antivirus sulle auto più moderne e tecnologiche, è un aspetto essenziale che riguarda gli aggiornamenti OTA (dall’acronimo over-the-air, da remoto). I sistemi – proprio a causa di questi update da remoto – possono contenere un alto rischio di vulnerabilità ed essere soggetti ad attacchi informatici, con conseguenze per passeggeri e automobilisti.
Per la salvaguardia degli automobilisti e affinché gli hacker non potessero mani compromettendo il sistema delle vetture a quattro ruote, la Commissione europea ha concesso l’approvazione di due regolamenti, rispettivamente il numero 155 e il numero 156.
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Antivirus auto obbligatorio: cosa sancisce la commissione europea
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L’antivirus sulle auto sarà obbligatorio. La Commissione Europea si è detta favorevole a questo nuovo sistema di sicurezza, proprio perché è consapevole dei rischi che potrebbero susseguirsi per via degli aggiornamenti da remoto OTA.
Con i nuovi sistemi di infotainment è sempre più semplice essere soggetti a vulnerabilità informatiche. Così, la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE), prepara gli automobilisti ad una totale rivoluzione in tutto il comparto delle automotive.
A dar notizia della variazione è il regolamento per la nuova immatricolazione e omologazione delle vetture a quattro ruote, in riferimento all’uscita dei modelli del 2024. Vediamo nello specifico, quali sono le differenze che verranno apportate sull’integrazione dell’antivirus obbligatorio nei mezzi a quattro ruote (sottolineando i doveri dei costruttori).
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Regolamento UNECE 155
Il grande club automobilistico d’Europa, ADAC, ha spiegato che anche se i veicoli sono nuovi di zecca e con sistemi super evoluti, anch’essi sono soggetti a delle vulnerabilità informatiche. Questo è un altro dei motivi per cui le auto – anche più nuove – sono oggetto di furto.
Ne è un esempio la centralina dei fari incorporati nella Toyota RAV4 PHEV, dove i malintenzionati più esperti potrebbero intrufolarsi nella connessione bluetooth tra l’auto e il device mobile del proprietario. Un rischio di cui ha parlato l’hacker Martin Herfurt, che in una intervista a Sicurauto, ha svelato di essere riuscito a bucare il sistema Tesla in soltanto due minuti.
In un mondo altamente tecnologico, tutti i sistemi sono a rischio, incluse le colonnine elettriche che possono essere anch’esse vulnerabili ad attacchi hacker. Parlando del regolamento dei costruttori dei mezzi a quattro ruote, il contenuto mira all’integrazione obbligatoria di antivirus e soluzioni software per gestire al meglio i sistemi orientati alla cyber sicurezza.
Al di là delle implementazioni necessarie, il regolamento prevede la realizzazione di un ecosistema altamente sicuro e digitale, per proteggere il mezzo da eventuali attacchi esterni. Nello specifico, ecco di seguito tutte le disposizioni UNECE R155 a cui dovranno attenersi i costruttori:
- Server di back end collegati ai mezzi circolanti;
- Canali di comunicazione più efficienti e sicuri integrati nelle auto;
- Procedure per aggiornare il software evitando che siano obsoleti;
- Collegamenti esterni e connettività;
- Dati e codici del veicolo;
- Impedimento di azioni umani che possano compromettere il sistema dell’auto;
- Potenziare tutte le eventuali criticità rilevate nel sistema di antivirus.
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8/2/24
autospecial