Roberto Impero sta collaborando con un board Usa sui crash test di veicoli alimentati a batteria per adeguare i sistemi di contenimento e sicurezza stradale. Un tema diventato d’attualità dopo l’incidente del bus di Mestre in cui sono morte 21 persone
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Milano, 9 novembre 2023 – Il 3 ottobre scorso a Mestre un autobus elettrico, per cause ancora da accertare, precipitava da un cavalcavia. Nonostante la velocità contenuta (inferiore ai 10 km orari) il guard rail non è riuscito a reggerne l’urto con un bilancio tragico: 21 morti e 15 feriti. Ma quante strade in Italia hanno sistemi di “protezione passiva” adeguati? Quanti morti si potrebbero evitare con guard rail e new jersey all’altezza? Abbiamo provato a chiederlo a un esperto, Roberto Impero, un’autorità in materia di sicurezza stradale anche a livello internazionale. La sua azienda, SMA Road Safety (impresa che, per dare un’idea, ha fornito i propri dispositivi per l’Eurasia Tunnel di Istanbul, il futuristico Sheikh Al Jaber Causeway, 4° ponte marittimo più lungo al mondo nella Kuwait Bay, alle autostrade Doha in Qatar, al nuovo ponte di Genova, al Thorold tunnel in Ontario e al Sheikh Zayed Road a Dubai) sta infatti collaborando con un board negli Stati Uniti per analizzare l’impatto dei veicoli elettrici sulle attuali barriere salvavita disponibili sulle strade.
Sicurezza stradale passiva: quali sono le strade che presentano le condizioni peggiori in Italia?
“È opportuno fare una distinzione tra rete stradale e autostradale. A quest’ultima il voto è più che sufficiente: il livello di sicurezza delle barriere è buono, così come il livello di attenzione alla manutenzione di barriere incidentate, manto stradale e segnaletica. Il discorso cambia se pensiamo ai tratti extraurbani, alle strade principali e secondarie, provinciali e comunali che presentano spesso un degrado elevato”.
Si può fare una stima delle strade non a norma dal punto di vista della sicurezza passiva e quali sono i motivi?
“Assenza di manutenzione del manto, barriere, terminali e attenuatori non adeguatamente ripristinati per anni a seguito di incidenti; qui il voto è nettamente insufficiente. Il problema è che di 168.129 chilometri di rete stradale italiana, solo 7.556 chilometri riguardano le autostrade, il resto è in mano a enti locali, regionali, provinciali e versa in condizioni preoccupanti (fonte ISTAT). Si può stimare che il 60% delle strade (rete autostradale esclusa) in Italia non sia a norma”.
Quali sono le criticità più urgenti?
“Siamo in presenza di una pluralità di problematiche, che però rispondono tutte a un comun denominatore: la sottovalutazione del pericolo. La prima riguarda la completa mancanza di dispositivi salvavita a protezione di numerosi ostacoli fissi presenti sulle strade: pensiamo alle cuspidi stradali sprovviste di attenuatore, alle parti terminali dei guardrail che, in caso di incidente, trafiggono l’abitacolo con conseguenze spesso tragiche; ci sono poi i piloni nelle gallerie, gli alberi e pali segnaletici”. . . .
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8/11/23, QUOTIDIANO NAZIONALE