La Cina, al giorno d’oggi, rappresenta uno dei centri di grande sviluppo delle auto di nuova generazione, ovvero quelle elettriche. Tante, tantissime sono le startup nate negli ultimi tempi grazie anche ai sussidi che il Governo cinese aveva stabilito per chi acquistava veicoli a basse emissioni. Ora, però che i sussidi stanno per terminare, gli effetti sul mercato si stanno iniziando a vedere: a maggio le vendite di auto a basse emissioni sono cresciute solo dell’1,8% contro il +18,1% di aprile e il +62% dell’intero 2018.
L’obiettivo, quindi, sarà quello di disciplinare il mercato dei new energy vehicles (auto elettrice a batteria, ibride e ibride plug-in e auto a idrogeno) e queste dovranno rappresentare il 20% delle vendite di auto contro l’attuale 5%.
“Il potenziale per i veicoli a emissioni zero è enorme, perché il tasso di penetrazione attuale è basso, ma con spazi solo per i costruttori più competitivi, mentre i più deboli spariranno”, musica e parole di Cui Dongshu, segretario generale della China Passenger Car Association. Cresceranno le aziende più strutturate (Byton) e le big delle batterie, come Catl o WM Motor, che conta sul sostegno di Baidu, la Google cinese. Inoltre, arriverà anche Tesla (è prevista l’apertura di un suo stabilimento a Shangai). Mentre, al contrario, tutte le startup più piccole sono destinate al fallimento. Caso particolare quello di Nio, considerata la startup più promettente. L’azienda, considerata da molti la rivale di Tesla, ha dovuto dimezzare le previsioni sul volume di vendita dei veicoli da poter mettere in vendita e questo, unito al tempo di attesa per ottenere la profittabilità, ha fatto sì che la fiducia nel brand sia diminuita (ci sono stati anche tre episodi di autocombustione dell’auto).