Battuta all’asta per 430.000 euro la storica vettura dello scrittore italiano che si considerava svanita nel nulla.
L’Alfa Romeo 6C 2300 che fu commissionata da Gabriele D’Annunzio ha una storia unica, come quella del suo primo proprietario. Il modello “Soffio di Satana”, derivato dalla leggendaria 6C 2300, fu costruito nel 1932 in soli due esemplari. Il motore – sei cilindri in linea, con distribuzione a doppio albero a camme in testa e basamento a sette supporti di banco – era un 2.309cc di cilindrata e 68 CV a 4.400 giri/min di potenza, griffato dal genio di Vittorio Jano. Allestita dalla Carrozzeria Touring, su indicazioni specifiche del poeta pescarese, si credeva scomparsa da decenni. L’Alfa Romeo 6C 2300 “Soffio di Satana” di D’Annunzio non aveva mai partecipato a raduni né sfilato a manifestazioni celebrative del Biscione. La sua esistenza era diventata una leggenda metropolitana.
L’auto, invece, era stata coccolata gelosamente da un collezionista per più di cinquant’anni ed è divenuta la protagonista assoluta della prima vendita di auto classiche della casa d’aste Pandolfini.
Il modello fu venduto al “Comandante Gabriele D’Annunzio, Principe di Montenevoso” il 12 aprile 1935. Come spiegato da Pandolfini, D’Annunzio la usò “Negli ultimi tre anni della sua vita al Vittoriale per ricevere gli ospiti alla stazione di Desenzano e per suoi viaggi personali che, esulando da quelli segreti, ci raccontano dei molti intrapresi alla volta di Verona per incontrare Arnoldo Mondadori, controllare la produzione dei suoi libri e chiedere pagamenti anticipati. Amante del bello e del lusso, D’Annunzio conosceva e apprezzava le belle automobili che utilizzava come una parte di tutto quell’apparato simbologico che accresceva la sua aura e la sua fama; non a caso il suo garage contava diverse Isotta Fraschini, che con le predilette Alfa Romeo erano argomento, e forse non il solo, con cui a volte s’intratteneva col vicino mantovano Nuvolari“.
Nel 1946 l’Alfa Romeo 6C 2300 di Gabriele D’Annunzio fu acquistata dalla Società Autotrasporti Industriali di Busto Arsizio, cambiando il numero di targa originale “BS 10764”, nell’attuale “VA 18580”.
Nel 1963 due fratelli di Castellanza comprarono l’auto usata e la utilizzarono solo in occasione di qualche speciale cerimonia familiare. Per questo motivo non se ne seppe più nulla e delle “Soffio di Satana” se ne contava a quel punto un solo esemplare, appartenuto al barone calabrese Mariano Pagliaro. La rediviva auto d’epoca appartenuta a D’Annunzio veniva stimata dalla case d’aste Pandolfini su un valore compreso fra i 500.000 e i 700.000 euro. È stata battuta per 430.000 euro più IVA e diritti d’asta. L’auto ha confermato il suo fascino nobiliare e come scriveva il poeta D’Annunzio ha “fatto della propria vita un’opera d’arte”.
Vinicio Paselli
Fonte: https://www.formulapassion.it/automoto/mondoauto/lalfa-romeo-6c-2300-dannunzio-428292.html