(motori.it)
Al Museo Mille Miglia la mostra ospita più di 30 auto che presero il via alla Mille Miglia di velocità e un percorso storico interattivo
Il mondo delle auto storiche si prepara a vivere uno degli appuntamenti clou della stagione: la Mille Miglia, in programma da giovedì 18 a domenica 21 maggio. A due settimane esatte dal via alla “Freccia Rossa”, che richiamerà nelle quattro tappe previste (Brescia – Padova, Padova – Roma, Roma – Parma e Parma – Brescia) l’attenzione degli appassionati delle “veterane” di maggiore prestigio, sono già numerosi gli eventi di contorno, chiamati ad arricchire la manifestazione di cultura, costume e storia dell’evoluzione dell’ingegno di tanti entusiasti e tecnici che, negli anni, realizzarono alcune delle vetture più rappresentative nei tre decenni che accompagnarono la Mille Miglia di velocità.
Quest’anno, poi, la Mille Miglia riveste un ruolo di rilievo ancora maggiore: ricorrono i novant’anni dalla prima edizione, che si tenne il 26 e 27 marzo 1927 e vide la vittoria di Ferdinando Minoia e Giuseppe Morandi, sulla “regina di casa” (la bresciana OM 665 Sport): l’equipaggio milanese – bresciano coprì i 1.600 km del percorso in 21 ore, 4 minuti e 48 secondi, alla media di 77,238 km/h.
Fra le manifestazioni chiamate a rendere ancora più vivo l’appuntamento con una delle manifestazioni più importanti a livello mondiale, presso il Museo Mille Miglia si tiene, in questi giorni, la mostra “90 Anni 1000 Miglia“, esposizione tematica promossa da Automotive Masterpieces e dallo stesso Museo Mille Miglia, in collaborazione con l’Automobile Club Brescia: una installazione interattiva, che si avvale di totem touchscreen per ottenere accesso ai contenuti extra su ognuna delle vetture espose, siti Web dedicati, foto, video, rassegne stampa e documenti dell’epoca, per raccontare al visitatore – in una interessante liaison fra passato e futuro (grazie all’ausilio di tecnologie interattive a disposizione del pubblico) – l’eccellenza italiana nella tradizione costruttiva dell’automobile.
L’esposizione, che si inaugura in queste ore ed era stata presentata in anteprima lo scorso dicembre al Motor Show di Bologna, resterà in cartellone fino al 7 gennaio 2018: è da segnalare perché si tratta della prima mostra in assoluto delle autovetture che effettivamente presero parte alla “storica” Mille Miglia e che, oggi, tutt’altro che tenute ferme nei musei e nelle collezioni private, proseguono anzi il proprio cammino agonistico: una scelta particolarmente felice, da parte dei rispettivi proprietari.
Il parterre delle “regine della Mille Miglia” si compone di più di 30 esemplari, collocati in ordine cronologico. Ognuno di essi meriterebbe un capitolo a parte: ne indichiamo alcuni, a titolo di esempio.
L’Alfa Romeo 6C 1500 Gran Sport Testa Fissa (Zagato) del 1933 – telaio 10814406 – prese parte alla Mille Miglia 1934 con al volante la milanese Anna Maria Peduzzi, la popolare “Marocchina” ricordata per essere stata la prima donna pilota ad entrare nella Scuderia Ferrari. Sull’esemplare esposto alla mostra “90 anni 1000 Miglia”, Anna Maria Peduzzi concluse l’edizione del 1934 in tredicesima posizione assoluta e al primo posto di classe. La stessa vettura tornò alla Mille Miglia 1936, con un equipaggio svizzero, tuttavia non vide il traguardo finale. Iscritta alla Mille Miglia 2017 (la porterà in gara il regolarista Giordano Mozzi), l’Alfa Romeo 6C 1500 Gran Sport Testa Fissa è ora di proprietà di un collezionista americano.
Una delle vetture più conosciute dagli appassionati, perché regolarmente al via delle più importanti manifestazioni di auto storiche, è la Lancia Astura Mille Miglia Sport del 1939 carrozzata Colli su richiesta della milanese Scuderia Ambrosiana e per uno dei piloti di punta del sodalizio lombardo: Gigi Villoresi. Iscritta alla Mille Miglia del 1940, la sontuosa oltre che filante Astura Sport non poté tuttavia prenderte il via alla gara a causa di un incidente occorso allo stesso Villoresi durante il rodaggio della vettura nei giorni immediatamente precedenti la manifestazione. Per la Astura (modello unico), che dopo la Seconda Guerra mondiale venne portata alla Mille Miglia dai britannici John Gordon e David Lewis (1949) e fu utilizzata da diversi piloti italiani (fra questi da ricordare Franco Cortese), il decennio successivo la vide protagonista di una “inconsapevole” carriera… “fuorilegge“: servì per molti anni come veicolo per il contrabbando di orologi preziosi fra la Svizzera e l’Italia. Sequestrata dalla polizia svizzera all’inizio degli anni 60 e lasciata per molto tempo in un deposito, la Astura Mille Miglia venne ritrovata da Luciano Nicolis (fondatore dell’omonimo Museo di Villafranca veronese), il quale ne curò un totale restauro. La vettura si è aggiudicata, nel 2014, il premio “Best of Show – vetture Anteguerra” alla Vernasca Silver Flag.
Fra le vetture più significative della passione verso la Mille Miglia e le competizioni dell’epoca, alla mostra “90 anni 1000 Miglia” trova posto una Lancia Aurelia B20 GT, eterna rivale della altrettanto iconica Alfa Romeo 1900. L’esemplare in esposizione (telaio B201246) è una prima serie (1951). Battuta all’asta “2000 Ruote” che si è tenuta a Milano AutoClassica nel 2016 senza alcuna indicazione sul proprio passato agonistico, si è scoperto che ha effettivamente preso parte alla Mille Miglia, e in più di una occasione: fu al via della “Freccia Rossa” dal 1952 al 1955 guidata da Antonio Pozzato (1952 concluse in trentatreesima posizione assoluta; nel 1953 non si classificò; nel 1954 fu trentanovesima al traguardo; nel 1955 non si classificò).
Una delle attrazioni principali dell’esposizione – anche perché nel 2017 ricorrono le celebrazioni per i 70 anni dalla fondazione della Ferrari, nonché dalla prima vittoria assoluta per il Cavallino, che coinciderà, per calendario… quasi con la Mille Miglia 2017 (Roma – Circuito delle Terme di Caracalla, 25 maggio 1947, con Franco Cortese) – è la Ferrari 340 MM del 1953 (telaio 0294AM), sviluppata inizialmente dalla Carrozzeria Touring e in seguito ricarrozzata Scaglietti, che prese il via alla Mille Miglia 1953 con Gigi Villoresi, ma che non vide il traguardo finale a causa di un incidente.
Fra le curiosità, si segnala la Autobleu 750 Mille Miles del 1954 (Autobleu è stata, per molto tempo, una delle aziende di spicco, in Francia, specializzate sulla meccanica Renault), “barchetta” derivata 4CV dalla particolarissima carrozzeria: la vettura, proveniente dall’Olanda e fresca di restauro che l’ha riportata nella sua tonalità Bleu France originaria, prese parte alla Mille Miglia del 1955, quella vinta a tempo di record da Stirling Moss e Denis Jenkinson sulla Mercedes 300 SLR “numero 722”.
Nuovamente Lancia (e ci auguriamo che questa nobile presenza sia di consiglio, per i vertici Fca, a tenere nella giusta considerazione il futuro del marchio torinese!), alla mostra “90 Anni Mille Miglia“, con la Aurelia B24 Spider del 1955 (telaio 1021). Si tratta dell’esemplare che il milanese Guido Maria Terzi, gentleman driver cognato del pilota ufficiale Lancia Umberto Castiglioni (che spesso utilizzava, in corsa, lo pseudonimo “Ippocampo“), portò alla Mille Miglia, in coppia con quest’ultimo, nel 1956. Non giunsero al traguardo, tuttavia Terzi si ripresentò l’anno successivo (1957, l’ultima edizione di velocità), giungedo questa volta al diciannovesimo posto assoluto.