(fleetmagazine.com)
Viene definito all’unanimità come lo step fondamentale e necessario verso la frontiera delle zero emissioni. Stiamo parlando dell’ibrido, che nell’ultimo biennio, tanto nel mercato generale quanto nel segmento delle flotte aziendali, è cresciuto in maniera esponenziale.
Di queste unità, quasi 7mila sono state “canalizzate” al segmento delle società e quasi 6mila al settore del noleggio. Stiamo parlando, intendiamoci, di numeri ancora piccoli, ma molto significativi se si pensa che nel 2012 le auto ibride vendute, in totale, erano meno di 7mila.
AUTO IBRIDE: LE RAGIONI DELL’ASCESA
Il merito della crescita delle auto ibride va alle Case che ci stanno puntando senza riserve, ma anche e soprattutto alle flotte aziendali, che vedono nell’ibrido una soluzione concreta per diminuire consumi ed emissioni. Senza rinunciare, al tempo stesso, alla serenità e al comfort del driver.
Proprio quest’ultimo aspetto rappresenta la carta vincente che l’ibrido è in grado di giocare: le vetture appartenenti a questa categoria presentano gli stessi elevati livelli di equipaggiamento dei modelli ad alimentazione termica e, soprattutto, non portano in dotazione le problematiche di autonomia delle “sorelle” elettriche. Last but not least, il fatto che anche le principali società di noleggio credano nell’ibrido sta rendendo i canoni di renting maggiormente competitivi rispetto al recente passato.
I NUMERI
La voce “crescita auto ibride” vede, come accennato prima, le flotte aziendali in primo piano: nell’ultimo biennio, infatti, notevolissimo è stato il contributo dei settori delle società e del noleggio. Nello specifico, lo scorso anno sono state immatricolate 6.744 ibride alle società (+44,4% rispetto alle 4.669 del 2015) e 5.893 al renting (+30,9% rispetto alle 4.502 del 2015).
Numeri che assumono un significato ancora maggiore se si pensa che già dal 2014 al 2015 l’incremento era stato rispettivamente del +11,7% (società) e – soprattutto – del + 88,2% (noleggio).
L’IMPEGNO DELLE CASE
In primis, è immediato e naturale associare l’ibrido a Toyota, la Casa che ha lanciato (e successivamente creduto) tantissimo in questa alimentazione.
Nella top ten delle auto ibride immatricolate alle aziende nel 2016, non a caso, ci sono otto modelli di Toyota/Lexus, tra cui la regina assoluta è la Yaris, fresca di un corposo restyling presentato al Salone di Ginevra.
Nel mondo dell’ibrido, poi, ci sono tanti marchi premium: Mercedes, con la Classe C, Audi, con l’ibrida plug-in A3 e-tron, BMW, con la Serie 2, l’X5 e, non da ultime, le varianti ibride plug-in delle elettriche i3 e i8, e Porsche, che può contare su una gamma ibrida che vede, come ultima new entry, la nuova Panamera 4 E-Hybrid. Pure Volvo partecipa a questa particolare classifica premium, con le versioni ibride plug-in dei suoi modelli top di gamma: XC90, XC60 e V60.
Tornando ai generalisti, il Gruppo PSA è presente da tempo nella categoria con la 3008 e la 508 RXH e, ora, ha annunciato per il futuro nuovi progetti sulla DS7 Crossback e sulla nuova generazione della 3008, mentre Hyundai ha avuto un ottimo impatto con la Ioniq che, da ottobre a dicembre, ha immatricolato ben 158 unità nel canale delle società. E Ford, nell’offerta, può contare sulle varianti ibride dei suoi modelli di punta: Mondeo e C-Max. Volkswagen e Mitsubishi, infine, si sono recentemente lanciate nel mondo dell’ibrido plug-in, rispettivamente con la Golf GTE e la Mitsubishi Outlander Phev. Stesso discorso per Kia, con le nuove Optima Sportswagon plug-in e Niro Phev.
IL NOLEGGIO CI CREDE
Abbiamo intervistato tre player del noleggio che credono nelle potenzialità dell’ibrido. Secondo Amilcare Rotondi, direttore commerciale & marketing di LeasePlan Italia, l’interesse delle car policy è guidato da una duplice motivazione. “La prima legata ad una scelta sempre più consapevole e orientata alla mobilità sostenibile, la seconda legata all’economicità che l’ibrido è in grado di garantire. Il target che si avvicina a questo prodotto è un profilo premium, anche quando parliamo di segmenti B o C”.
D’accordo Fabrizio Campione, direttore marketing & pricing di Arval Italia, secondo cui “i veicoli ibridi sono più appetibili soprattutto sotto l’aspetto del TCO, che ne risulta valorizzato per effetto della componente dei consumi ridotti e in virtù delle agevolazioni riservate dai Comuni a tali tipologie di modelli”.
I vantaggi dell’ibrido? “Bassi consumi e un notevole risparmio, il tutto senza dover rinunciare all’autonomia. Per molti, inoltre, l’adozione di questa tecnologia è vista come un passo intermedio verso l’elettrico” conclude Marco Girelli, sales & marketing director di Alphabet in Italia.
autore: Marco Castelli – fleetmagazine.com – 04/04/2017