(omniauto.it)
Per cambiare servono investimenti nelle infrastrutture di ricarica e incentivi all’acquisto
Per realizzare un progetto occorre crederci: è così anche per la diffusione delle auto elettriche nelle flotte aziendali. Ma le imprese non sono ancora convinte a svoltare verso le auto verdi. In sintesi, questo il principale risultato della seconda parte della ricerca “Le flotte aziendali verso una svolta elettrica… ancora lontana”. Che è promossa da Top Thousand: l’Osservatorio sulla mobilità aziendale composto da Fleet e Mobility Manager di grandi aziende, con il patrocinio di CEI Cives (Commissione italiana veicoli elettrici stradali a batteria, ibridi e a celle a combustibili). A conferma, quindi, di quanto già emerso nell’ottobre 2016 in materia di auto elettriche aziendali .
Il problema della percezione
Il fatto è che le soluzioni di mobilità elettrica scontano oggi ancora significativi limiti nella percezione delle aziende, che le reputano meno flessibili ed efficaci rispetto a quelle tradizionali (auto a motore termico). Comunque, i gestori delle flotte hanno piena consapevolezza che il futuro vedrà protagonisti i veicoli elettrici, anche se non nel breve o medio termine. Che cosa serve per cambiare scenario? Necessari rilevanti investimenti economici (incentivi) e infrastrutturali (rete di ricarica) da parte del Governo. Ma gli ingredienti indispensabili per il “cocktail” sono anche altri: progresso tecnologico e attenzione all’ambiente combinata con normative di limitazione della circolazione dei veicoli termici nei centri cittadini (vedi Area C di Milano). La mobilità urbana resterà il loro ambito principale di circolazione.
Un campione di 60 grandi aziende
La ricerca ha preso in considerazione una flotta campione di 60 grandi aziende appartenenti a diversi settori, con 52.000 veicoli. Morale: nonostante i consistenti investimenti delle Case sui veicoli a batteria, l’elettrico in Italia resta oggi un business di nicchia, in cui le flotte aziendali comunque rivestono un ruolo da protagonista, pur con numeri assoluti ancora marginali. In generale, lo scorso anno in Italia è stata immatricolata appena una vettura elettrica ogni 10.000 auto. Ma quando le auto elettriche sostituiranno gradualmente le vetture benzina/diesel e persino le ibride? Nella maggior parte delle risposte, si fa riferimento a una possibile, graduale sostituzione solo nel lasso di almeno 10 anni. Più cauto è il restante 43% delle aziende che, invece, ritiene che nel futuro si produrrà una situazione mista, in cui sopravvivranno le alimentazioni classiche.
In modalità condivisa
Gli attuali mezzi elettrici non sono ritenuti efficienti per l’utilizzo privato (i fine settimana o i periodi di ferie), vista la carente diffusione della rete di ricarica e la limitata autonomia dei veicoli. Piuttosto che “assegnarle nominativamente” ai driver, le auto elettriche vengono oggi quasi esclusivamente utilizzate in modalità condivisa: un’opportunità per avvicinare il pubblico alla guida elettrica e per creare informazione, diffondere conoscenze e abitudini. In quella direzione si stanno evolvendo le “piattaforme” che consentono ai fruitori di mobilità di interagire facilmente con i provider di servizi (vedi Amazon, BlaBlaCar, Uber, Airbnb, e in generale tutto il mondo del car sharing). Il 72% dei gestori di parchi giudica anti-economica l’ipotesi di assegnare veicoli elettrici ai driver, riservando quelli tradizionali in pool. Le criticità risiedono anche nella mancata accettazione da parte dei driver stessi di un’auto elettrica come veicolo in fringe benefit: è più semplice la fruibilità di un’auto tradizionale.
autore: redazione omniauto.it – 15/02/2017
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