Ecco le prove che la disinformazione sulle auto elettriche funziona. Ce le dà la5ª edizione dello studio eReadiness di PwC Strategy& mettendo in luce un paradosso: si allarga oltre gli early adopters la platea degli automobilisti elettrici. Tutti o quasi (il 90% degli intervistati) sono soddisfatti della nuova tecnologia. Che peraltro sta migliorando significativamente in prestazioni e prezzi. Eppure crescono diffidenza e ostilità da parte di chi non l’ha mai provata. Come altro si spiega, se non con gli effetti di una ben orchestrata campagna di disinformazione contro le auto elettriche? Il Think Tank del colosso internazionale della consulenza PwC&Strategy basa la sua analisi su una indagine che ha riguardato le intenzioni e i comportamenti di acquisto di oltre 17.000 consumatori in 27 Paesi nel mondo, tra cui l’Italia. I consumatori intervistati sono stati aggregati in tre gruppi di analisi:-i proprietari di veicoli elettrici (EV Owners) – chi si dichiara intenzionato ad acquistarne uno entro i prossimi 5 anni (EV Prospects) -gli scettici (EV Sceptics).
.
I risultati dello studio eReadiness: promosse da chi le guida, bocciate dagli altri
Il profilo degli EV Owners in Italia conferma la tendenza evidenziata negli ultimi anni, con l’età media in aumento ed il reddito medio in calo. «E’ la dimostrazione di come il mercato si stia aprendo anche a fasce di popolazione meno abbienti» commenta il rapporto. Oltre il 90% dei possessori di veicoli elettrici in Italia si dichiara soddisfatto del proprio veicolo, apprezzando in particolare i minori costi operativi, l’esperienza di ricarica e di guida. La ricarica avviene in casa o in ufficio in oltre il 70% dei casi grazie alla maggiore disponibilità di parcheggio privato rispetto alla media della domanda. E cresce la potenza sull’ infrastruttura di ricarica pubblica, che nel 52% dei casi supera i 22 kW rispetto al 42% dello scorso anno. I Prospect sono per la prima volta in calo in Italia a vantaggio di una crescita significativa del numero degli scettici (+7 p.p.). Segno di maggiore incertezza dei consumatori e di un netto rallentamento degli interessati al passaggio alla mobilità elettrica. Si confermano come principali barriere all’adozione dell’elettrico:-l’autonomia ancora limitata;– i lunghi tempi di ricarica;– il costo dei veicoli rispetto alle motorizzazioni tradizionali. Ma, ricordiamolo, nei due ultimi gruppi nessun intervistato ha esperienza diretta di gestione di un’auto a batteria. Quindi è ovvio che si limiti a ciò che propongono i media: tanta disinformazione sulle auto elettriche.
.
Pregiudizi e realtà nell’analisi di PwC&Strategy. E l’Italia perde posizioni nel mondo
Realtà o pregiudizio? Francesco Papi, Partner di Strategy& e Automotive leader di PwC Italia, sottolinea che «l’autonomia dei nuovi veicoli elettrici risulta superiore di oltre il 20% rispetto ai modelli precedenti, ma rappresenta ancora un problema nelle tratte extra-urbane, in particolare nei segmenti A e B, che rappresentano oltre un terzo delle immatricolazioni in Italia». Tutto vero. Ma dall’anno scorso ad oggi le cose non sono certo peggiorate, anzi.Continua Papi: «Il costo di acquisto di un veicolo full electric in Italia risulterebbe mediamente superiore di circa il 50% rispetto ad un veicolo a combustione interna di fascia equivalente in assenza di contributi governativi».Vero anche questo. Però ad tutt’oggi in Italia le auto elettriche sono state incentivate per poche ore di un solo giorno su 365…E, colmo dei colmi, oggi siamo l’unico Paese in Europa che continua a buttare soldi pubblici negli incentivi alle termiche con emissioni di CO2 fino a 135 grammi a chilometro, pur essendo completamente fuori target con l’obbiettivo europeo 2025 dei 95 g/km su tutto il nuovo immatricolato.«Il percorso verso l’e-mobility di massa non può quindi prescindere da una maggiore offerta di veicoli a prezzo competitivo nei segmenti compatti» conclude Papi. Verissimo. Tuttavia questo non impedisce che, a certe condizioni, oggi l’auto elettrica “sia stia aprendo a fasce di popolazione meno abbienti” come si legge nelle pagine del rapporto.Vien da se’ che con queste premesse l’Italia si confermi fanalino di coda tra i principali Paesi d’Europa. Benché sia l’Unione nel suo insieme a subire il rallentamento del mercato. Prevalentemente di quello elettrico ma anche delle motorizzazioni endotermiche.
.
Smentite le previsioni troppo ottimistiche sulla diffusione delle auto elettriche. Solo la Norvegia…
Quanto alle auto elettriche, l’analisi fa notare la forte divaricazione fra le previsioni degli anni passati e l’andamento effettivo. Ad oggi, le immatricolazioni di vetture elettriche in EU-27 sono state inferiori di circa il 35% rispetto alle previsioni formulate nel 2021, prospettando un ritardo nel raggiungimento delle scadenze fissate dall’Unione Europea. Anche questo spiega il disorientamento dei maggiori produttori auto europei. A livello globale, tra le 27 nazioni oggetto dello studio, la Norvegia si posiziona come il Paese più maturo per la transizione elettrica. Mentre ultimo si posiziona il Giappone, non a caso patria di Toyota, il costruttore che più platealmente osteggia l’auto a batteria.
.
21/9/24
vaielettrico