Nell’UE sei veicoli immatricolati su dieci sono aziendali, ma Transport & Environment evidenzia che il comparto procede troppo lentamente nell’adozione di auto a zero emissioni preferendo spesso le ibride plug-in
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Quando pensiamo alla fin qui problematica diffusione dell’auto elettrica in Europa e nel nostro contesto nazionale, per spiegarla prendiamo in considerazione vari fattori, come l’autonomia e le altre caratteristiche tecnologiche, il prezzo e gli incentivi, i costi d’esercizio e i punti di ricarica. Spesso, però, viene trascurata una componente invece molto importante: a determinare la diffusione dell’auto elettrica c’è infatti l’andamento di due segmenti ben distinti, da un lato il comparto privato, dall’altro quello delle flotte aziendali.
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Flotte aziendali: focus sull’Europa e sull’Italia
Di quest’ultimo contesto si occupa un’approfondita analisi di Transport & Environment, l’organizzazione ambientalista indipendente europea che monitora l’evolversi della mobilità. Uno studio che, appunto, evidenzia sia le modalità e l’andamento dell’elettrificazione delle flotte aziendali nell’Unione Europea, sia quello specifico del nostro Paese. Ed anticipiamo che purtroppo quest’ultima analisi si rivela assai avara di soddisfazioni…
Per prima cosa nel report viene sottolineato che il ruolo delle flotte aziendali nell’espandersi della mobilità green è semplicemente decisivo. “Nell’Unione Europea – si legge – sei autovetture nuove su dieci immatricolate sono aziendali. Date le dimensioni di questo segmento automobilistico, le auto aziendali sono nella posizione ideale per accelerare la riduzione delle emissioni di gas serra e guidare la transizione verso i veicoli a emissioni zero (BEV)”.
Ma la ragione di questa importanza non è soltanto numerica. Infatti, solitamente le auto aziendali vengono utilizzate il doppio rispetto a quelle private, il che significa che emettono molta più anidride carbonica. Inoltre, considerato il loro periodo di proprietà più breve, i veicoli aziendali entrano nel mercato dell’usato dopo pochi anni, a un prezzo inferiore, il che significa che le flotte aziendali rappresentano una potenziale fonte di auto elettriche a prezzi accessibili per le famiglie.
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Situazione in Francia e Germania
Ma a fronte di tali grandi potenzialità, l’analisi di Transport & Environment indica che questo enorme comparto è in ritardo proprio sul fronte dell’elettrificazione: “Nei due maggiori mercati automobilistici europei, Francia e Germania, le aziende sono chiaramente in ritardo rispetto alle famiglie, il che ha un effetto considerevole sulla diffusione dei veicoli elettrici in Europa nel suo complesso”.
Una situazione evidenziata chiaramente dal grafico che mostra come nell’ultimo triennio la quota annuale detenuta dal mercato privato delle auto elettriche sul totale nell’Unione Europea è stata sempre superiore a quella corrispondente delle flotte aziendali. Dunque, le famiglie stanno accelerando la transizione ai veicoli elettrici in modo più sostenuto rispetto alle aziende, che pure disporrebbero di una maggiore leva finanziaria per procedere in questa direzione.
Nel dettaglio, nel 2021 i BEV immatricolati di proprietà privata erano il 10,2%, per salire al 14,5% nell’anno successivo, fino al 15,6% del 2023. Per quanto riguarda invece i BEV immatricolati nelle flotte aziendali, la loro incidenza era dell’8,6% nel 2021, per passare poi al 10,8% e al 14,1%, rispettivamente nel 2022 e nel 2023.
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Pochi BEV, troppi SUV nelle flotte aziendali
Dallo studio di T&E emergono poi altre tendenze significative. Oltre a procedere troppo lentamente sul fronte dell’elettrificazione, il comparto delle flotte aziendali evidenzia anche un’altra caratteristica negativa, ovvero l’immatricolazione nell’Unione Europea di una quota crescente di SUV, una delle tipologie di veicolo maggiormente responsabile delle emissioni climalteranti.
“Questo fenomeno – viene spiegato nel report – è particolarmente accentuato in Svezia, Estonia e Germania. Quest’ultimo è il Paese con il più grande mercato automobilistico d’Europa, ed è quello che quindi influenza maggiormente l’andamento della quota di SUV immatricolati nell’Unione Europea”.
Infine, T&E punta il dito contro le flotte aziendali che aprono la strada “alle finte auto elettriche”. Si tratta dei veicoli ibridi plug-in (PHEV), la cui incidenza nel segmento green è quasi doppia rispetto al comparto privato (42% contro 22%). Secondo gli analisti di T&E i PHEV emettono in media circa 3,5 volte di più rispetto ai valori dichiarati ufficialmente. “Eppure – è l’accusa – le aziende stanno consegnando molti PHEV ai propri dipendenti. Ciò sta rallentando la transizione verso le auto completamente elettriche in tutta Europa”.
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Italia in posizione di retroguardia
Il capitolo Italia, come anticipato, non è particolarmente incoraggiante. Nel 2023, la penetrazione dei veicoli elettrici nelle flotte aziendali italiane è diminuita (-3,5%), a differenza di tutti gli altri Paesi dell’UE-27 (ad eccezione di Malta). E nonostante il nostro Paese rappresenti il terzo mercato automobilistico in Europa, ha uno dei tassi più bassi di adozione delle auto elettriche nel segmento delle auto aziendali (4,9%).
“Si tratta di un problema non da poco – si legge nello studio – se si considera che in Italia il 44% delle auto nuove nel 2023 sono state immatricolate dalle aziende e che questa quota è in crescita, perché nel 2020 le auto aziendali erano il 36% delle immatricolazioni. Inoltre, questi veicoli percorrono in media il doppio dei chilometri rispetto alle auto private e l’anno scorso hanno rappresentato il 61% di tutte le emissioni del nuovo immatricolato in Italia”.
Andrea Boraschi, direttore di T&E Italia, chiede un immediato cambio di direzione: “Il mercato automobilistico italiano funziona al contrario. Le grandi aziende, che pure dispongono di maggiori risorse finanziarie e potrebbero guidare la transizione, non immatricolano abbastanza auto elettriche. Danno invece la priorità a giganteschi SUV e a inquinanti auto ibride plug-in. Se l’Italia, e l’UE, vogliono rimanere competitive nella corsa globale ai veicoli elettrici, devono trovare nuovi modi per incrementare la loro diffusione”.
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11/7/24
Elettrico Magazine