Intervistato oggi durante un evento presso lo stabilimento italiano Sevel, di Atessa, il numero uno di Stellantis Carlos Tavares non ha lesinato qualche frecciatina alla politica, sul tema delle auto elettriche.
Il Ceo erede di Marchionne e autore della pesante transizione elettrica per marchi come Fiat, Alfa, Lancia e non solo, ricorda che il problema è sia l’affidabilità e la “disponibilità” di una Bev di fronte al pubblico, inteso il suo prezzo. E di fabbriche, poche, italiane pronte a lavorare con le auto elettriche ce ne sono, in mano a Stellantis.
“Non sono ancora adatte per tutti, le Bev e non vendiamo ancora nuove Bev di alta qualità finché non sono affidabili, pronte per il grande pubblico. Una Bev costa il 40% in più di una termica oggi e arriveremo tra qualche anno, alla vera convenienza.
Dobbiamo renderle convenienti e che ci piaccia o no, questa è la realtà di oggi. Quando le Bev saranno adatte alle classi medie nel mondo, saremo arrivati, ma ci manca il 40% di costi addizionali, ancora da abbattere. Oggi un 85% dei costi vettura arriva da parti che prendiamo da forniture e poi conta anche la logistica, noi stiamo cercando di ridurre i nostri costi e lo faranno anche i nostri partner, per portare le auto EV alla pari. Non è una novità, che ci vorranno altri anni, pur se siamo sulla strada. La nostra decisione è su come ridurre questi costi, sfruttando il lavoro e la creatività di tutti”.
I tre elementi per dire si alle Bev, secondo Tavares
Tavares non tifa per l’una o altra, pubblicamente, sebbene sia lui a dover firmare le volontà di rendere le produzioni storiche a tutta batteria e zero emissioni. “Secondo me pesano tre cose, oggi: uno usare energia pulita, due parità di accesso per Bev e Ice, ultimo la diffusione della rete ricarica. Solo combinando questi tre elementi possiamo dire che le Bev siano il mezzo del futuro”.
Auto elettriche cinesi in Europa
Sulla concorrenza. “La Cina pesa molto e ha vantaggi di leva sui costi. Se l’Europa accoglie i costruttori cinesi li contrasteremo ma occorre sapere le conseguenze, perché loro sono più competitivi del 30% nei costi. Non attendete che promuoveremo la staticità, faremo il nostro nelle condizioni in cui si promuove mobilità pulita e sicura, ma io tengo ai miei lavoratori, italiani”.
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Italia e fabbriche Stellantis, cosa serve
E proprio sull’Italia un commento non certo all’acqua di rose, tanto più che molti dicono al Governo non dispiaccia vedere un altro costruttore produrre auto, elettriche, nel Bel Paese (cosa difficile anche per Elon Musk, ma non impossibile quando parla la politica): “Da nove mesi chiediamo supporto alla vendita di Ev, che facciamo ad esempio a Mirafiori, con la 500e. Ci sono voluti mesi e abbiamo perso tempo, anche se ringrazio il governo. L’Italia spende meno di altre nazioni per aiutare a diffondere gli Ev, lo rispetto, ma se vogliamo fare più auto in Italia deve esserci un supporto.
Siamo pronti anche all’ingresso di un nuovo costruttore in Italia, se lo volesse il Governo, con le conseguenze che ci possono essere, perché ci sentiamo bene qui e possiamo competere. Se la competizione fosse dura, ne vedremo le conseguenze”.
Sulle fabbriche, ovviamente per cui Tavares decide, in merito alla dovuta produzione di auto elettriche: “Per il 2040 investiremo miliardi nelle gigafactory, è noto, Termoli sarà trasformata per adattarsi alla nuova realtà. Secondo i mandati della UE venderemo Ev, dobbiamo farlo anche ad Atessa e a Melfi, con critica costruttiva”.
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23/1/24
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