Il punto sui bonus auto attualmente disponibili e sulle modifiche annunciate dal ministero delle Imprese e del Made in Italy e previste per febbraio
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La mancanza dei decreti attuativi per l’inizio della campagna bonus auto 2024 sta causando ritardi rispetto alla roadmap inizialmente stabilita dal governo con partenza l’8 gennaio.
Al momento sulla piattaforma fondi gli incentivi stanno a zero per tutte le categorie e non sono stati aggiornati.
In attesa delle novità rispetto al sistema già noto applicato nell’anno appena trascorso, che verranno presentate dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso al tavolo per lo sviluppo dell’automotive previsto per il primo di febbraio, saranno in vigore quindi le “vecchie” norme, definite dal Dpcm6 aprile 2022, che ha infatti durata triennale.
Non è chiaro però se le prenotazioni per il nuovo ecobonus godranno di una formula retroattiva, essendo attualmente non disponibili i fondi.
Gli incentivi sono proporzionati alle emissioni di CO2 dell’auto nuova che si sceglie di acquistare, sono più alti in caso di rottamazione, ma vincolati al valore dell’auto nuova che non deve superare i 42.700 euro (35mila euro + Iva) se elettrica, a benzina, a diesel, a Gpl, a metano oppure ibrida e i 54.900 euro (45 milaeuro + Iva) se ibrida plug-in. Chi volesse acquistare un’auto più costosa, quindi, non avrà accesso a questo tipo di incentivi.
Le risorse disponibili e gli sconti attuali sono suddivisi nel seguente modo:
- 0-20 g/km di CO2 – 205 milioni di euro – Incentivo di 5.000 euro con rottamazione e di 3.000 euro senza rottamazione. Sono incluse tutte le auto elettriche, quelle a idrogeno e alcune ibride plug-in, ma il limite al prezzo di listino fissato 42.700 euro riduce il ventaglio di scelta soltanto ad alcune elettriche e a pochissime ibride plug-in.
- 21-60 g/km di CO2 – 245 milioni di euro – Incentivo di 4.000 euro con rottamazione e di 2.000 euro senza rottamazione. Qui rientrano solitamente le auto ibride plug-in con prezzo di listino entro i 54.900 euro.
- 61-135 g/km di CO2 – 120 milioni di euro – Incentivo di 2.000 euro con rottamazione e nullo senza rottamazione.Questo range riguarda le auto a benzina e diesel meno inquinanti, comprese mild ibrid, full hybrid, ibride plug-in, ma anche alcune bi-fuel a Gpl e a metano. Il tetto è 42.700 euro (Iva e optional inclusi).
Nel corso del primo trimestre dell’anno questi ecobonus cambieranno. Il governo ha messo su un impianto di incentivi “rafforzati” con un sostegno massimo che per i veicoli elettrici arriva a 13.750 euro (se l’acquirente ha un Isee sotto i 30 mila euro).
Verranno varati dopo l’incontro di febbraio al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Pilastri del piano, spiegano dal dicastero, “sono lo svecchiamento del parco auto, col sostegno ai redditi più bassi, e il rilancio della produzione di veicoli in Italia”.
Tra le principali novità attese c’è la differenziazione a seconda della classe della vettura rottamata, con un contributo maggiore che spetterebbe a chi “restituisce” un’auto Euro 0-2.
Gli acquirenti con un Isee sotto i 30mila euro dovrebbero poi avere uno sconto maggiorato di un quarto rispetto al totale.
Vengono potenziati soprattutto gli incentivi per l’elettrico: 6mila euro senza rottamazione (7.500 con Isee sotto i 30mila euro); 9mila euro rottamando una Euro4 (11.250 con Isee ridotto); 10mila euro rottamando una Euro3 (12.500 con isee ridotto), 11mila euro consegnando una Euro 0-2 (13.750 con Isee ridotto).
Per le ibride: 4.000 senza rottamazione (5.000 con Isee ridotto), 5.500 rottamando una vettura Euro 4, 6mila un’Euro3, 8.000 un’Euro 0-2 (che diventano rispettivamente 6.875, 7.500 e 10.000 se si ha un Isee ridotto).
Per le auto non elettriche in un range di emissioni da 61-135 grammi gli sconti sono invece di 1.500, 2.000 e 3.000 euro a secondo dell’auto rottamata e senza differenziazione per reddito.
Il contributo verrà richiesto direttamente dal concessionario: il fornitore dovrà prenotarlo sulla piattaforma online ecobonus.mise.gov.it, applicare lo sconto al cliente e confermare l’operazione con l’immatricolazione entro 180 giorni dall’apertura della prenotazione. Visti i tempi di consegna dilatati, il governo sta pensando di modificare questo termine portandolo a 270 giorni.
All’interno del provvedimento di febbraio è previsto inoltre il raddoppio del contributo per i taxi che hanno vinto il concorso straordinario per l’ottenimento, a titolo oneroso, di nuove licenze, così come per i soggetti autorizzati a esercitare il servizio di noleggio con conducente.
Nel corso del 2024 inizierà in fase sperimentale anche il noleggio a lungo termine, noto anche come “social leasing“, che consentirà di stipulare contratti della durata minima di tre anni, per veicoli a basse emissioni, a un canone calmierato.
Al momento, le modalità di funzionamento del programma non sono completamente definite. La cosa certa è che il programma sarà affidato a un ente pubblico non economico.
Numeri alla mano, gli italiani non sono ancora pronti a passare all’auto elettrica in maniera sistematica, nemmeno con gli incentivi. Al 31 dicembre sul sito dell’ecobonus risultavano esauriti solamente i fondi per le auto endotermiche (fascia 61-135 g/km di CO2) e per i motocicli e ciclomotori ICE.
Erano invece avanzate buona parte delle risorse per auto elettriche e ibride plug-in e per i veicoli commerciali elettrici. La stessa situazione si era verificata nel 2022. Appare evidente che i fondi destinati alle vetture della fascia 0-20 e 21-60 g/km di CO2 siano sproporzionati.
Nel corso del 2023 sono state immatricolate sul territorio nazionale 66.276 auto elettriche, in aumento del 35,1% rispetto al 2022, ma con una quota di mercato nei 12 mesi che si attesta al 4,2% (era al 3,7% del 2022).
Il governo sta provando lo stesso a rinnovare il parco auto e migliorarne l’impatto ambientale favorendo la rottamazione di veicoli molto vecchi e l’immissione in circolazione di auto nuove, che anche se alimentate a combustibili fossili garantiscono livelli di emissioni più tollerabili.
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8/1/24
QUALENERGIA.it
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