Potranno quindi usufruire dei crediti d’imposta per il 2024
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General Motors prevede che molti dei suoi veicoli elettrici saranno in grado di approfittare dei crediti d’imposta decisi dal governo degli Stati Uniti per il prossimo anno. Questo nonostante la pubblicazione delle nuove linee guida che sono state approntate con la precisa intenzione di limitare il ricorso alle batterie provenienti dalla Cina.
La casa di Detroit ha rilasciato dichiarazioni al proposito nel fine settimana, proprio poco dopo il lancio delle notizie relative a quanto deciso dall’amministrazione Biden. In particolare, l’azienda ha affermato: “Grazie agli storici investimenti di GM negli Stati Uniti e agli sforzi per costruire catene di fornitura più sicure e resilienti, riteniamo che General Motors sia ben posizionata per mantenere l’incentivo all’acquisto da parte dei consumatori per molti dei nostri veicoli elettrici nel 2024 e oltre”.
Una dichiarazione la quale arriva in un momento molto particolare per la casa automobilistica e per l’intero comparto, in generale. Il forte rallentamento delle vendite di veicoli elettrici in atto nel Paese, infatti, ha messo in particolare evidenza l’esigenza di rimaneggiare i piani che erano già stati predisposti confidando nello sviluppo del mercato. Un trend che, all’atto pratico, rischia di non esserci o di essere molto inferiore al previsto. Il marchio di Detroit ha deciso con tutta evidenza di non poter ignorare i segnali che stanno arrivando.
A farne le spese, però, non saranno i modelli green, bensì quelli a guida autonoma. Gli stessi di cui si è molto discusso nel corso delle ultime settimane, a causa di alcuni incidenti. Le preoccupazioni per la sicurezza sembrano però essere un semplice pretesto per tagliare i costi per un settore per ora destinato a non produrre utili significativi.
GM rallenta sulla guida autonoma
General Motors ha deciso di frenare sulle auto a guida autonoma. In particolare, ha deciso di tagliare in maniera significativa il bilancio che era stato riservato alla sua divisione dedicata a questo genere di modelli. Stando alle indiscrezioni a motivare la decisione sarebbero le crescenti preoccupazioni in tema di sicurezza. Almeno questo è quanto affermato dal New York Times, che ha citato a sostegno della sua tesi le parole dell’amministratrice delegata Mary Barra.
La casa statunitense aveva già deciso di lanciare di un servizio di trasporto senza guidatore a San Francisco e in altre tre città degli Stati Uniti. Test cui avrebbe dovuto unirsi l’avvio di una fase di prova in altri Paesi. Un esperimento che, però, è stato ora ridimensionato, con la decisione di riservarlo ad una sola città. Nel frattempo l’azienda lavorerà nel preciso intento di riuscire a dare risposte effettive in quanto a funzionamento e sicurezza dei veicoli a guida autonoma.
La stessa Mary Barra ha affermato al proposito che le aspettative dell’azienda sono per un ritmo di crescita più moderato del mercato nel 2024, rispetto al trend evidenziato quest’anno. Le dichiarazioni sono state rilasciate dal numero uno di GM nel corso di un incontro con gli investitori. Nel corso del quale la Barra ha aggiunto: “Dobbiamo lavorare sulla fiducia delle autorità di regolamentazione a livello locale, statale e federale, e con le comunità nelle quali i veicoli cruise opereranno”.
Il riferimento è alla decisione presa dalle autorità di regolamentazione californiane, che nel mese di novembre hanno deciso di sospendere la licenza precedentemente rilasciata ai robotaxi. Una decisione motivata dall’investimento di un pedone a San Francisco, con conseguente trascinamento dell’interessato per decine di metri.
In attesa che la dinamica dell’incidente sia chiarita da un’indagine, General Motors ha comunque deciso di ritirare dalle strade tutti i veicoli senza conducente. Nonostante ciò, l’amministratrice delegata non ha esitato a ribadire la fiducia su questo genere di vetture. Aggiungendo però che, al momento, la priorità è rappresentata da sicurezza, trasparenza e responsabilità.
I costi aggiuntivi degli accordi coi sindacati
Altro tema che è emerso nel corso degli ultimi giorni, sempre in ambito GM, è quello relativo ai costi aggiuntivi per gli accordi siglati coi sindacati. I nuovi contratti siglati negli stabilimenti del Nord America, infatti, si tradurranno in 9,3 miliardi di dollari in costi totali aggiuntivi fino al 2028. Ciò vuol dire che la produzione di un veicolo saranno necessari altri 575 dollari, mediamente, rispetto a quanto accadeva sinora. Un aumento che, del resto, non riguarda solo GM. Anche Ford, dal canto suo, ha appena precisato in 8,8 miliardi di dollari l’impatto del nuovo contratto sui propri conti, nel periodo in esame.
Dopo aver aumentato già due volte nel corso dell’anno la propria guidance, General Motors ha quindi dovuto emetterne una nuova per il 2023. Un documento che era stato ritirato nel mese di ottobre, dopo l’inizio degli scioperi di United Auto Workers (UAW). In quello nuovo l’impatto stimato degli scioperi si è attestato a quota 1,1 miliardi di dollari rettificato in termini di EBIT. Si tratta in pratica della perdita di produzione generata dalla protesta del sindacato. Una perdita inferiore di 200 milioni circa a quella cumulata da Ford.
L’esercizio in corso prevede ora un utile netto attribuibile agli azionisti in una forbice tra 9,1 e 9,7 miliardi di dollari (previsione precedente di 9,3-10,7 miliardi di dollari), EBIT rettificato di 11,7-12,7 miliardi (prima era tra 12 e 14 miliardi), e EPS rettificato in un range tra 7,20 e 7,70 dollari incluso l’ASR (tra 7,15 e 8,15 dollari nella stima precedente).
Cresce il titolo GM in borsa
La stessa casa ha poi annunciato un programma di riacquisto accelerato di azioni (ASR) da 10 miliardi di dollari. Nell’ambito di questo programma è previsto l’anticipo di tale cifra alle banche chiamate ad eseguirlo. Inoltre saranno ritirati con decorso immediato 6,8 miliardi di dollari di azioni ordinarie.
Prima di questa decisione le azioni ordinarie circolanti ammontavano a circa 1,37 miliardi. La conclusione del programma dovrebbe avvenire nel quarto trimestre del 2024. Infine, la stessa azienda prevede di aumentare il dividendo di 3 centesimi a trimestre, a partire dal 2024.
Il programma di buyback è stato accolto in maniera entusiastica dagli investitori. Nel corso della prima seduta settimanale di borsa, infatti, le azioni GM sono cresciute di oltre dieci punti percentuali. Un ottimo risultato, considerato come nel corso di un incontro con gli analisti Mary Barra si fosse lamentata dell’evidente sottovalutazione dei titoli General Motors da parte delle piazze finanziarie, Un trend il quale, però, riguarda in pratica tutti i grandi marchi automobilistici, come si può vedere dai titoli di Tesla, in affanno ormai da tempo.
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5/12/23
ClubAlfa