La piattaforma d’innovazione di H-Farm e Audi Italia parla di futuro sostenibile e del ruolo centrale dell’intelligenza artificiale come strumento di transazione della mobilità del domani
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Fuori, sul viale della Library di H-Farm c’è una Audi SQ8 e-tron, una delle più recenti auto elettriche sfornate dalla fabbrica carbon neutral di Bruxelles. Dentro, a intrattenere gli ospiti di Re-innovation c’è Alex, l’avatar alimentato dall’Intelligenza artificiale creato daigli studenti di WeGeneration, il progetto di education e storytelling nato dalla collaborazione tra Audi e H-Farm. Creato da Shado, la media company di H-Farm, Alex si è messo a disposizione dei presenti per rispondere alle domande sulla mobilità del futuro, fornendo esempi concreti di economia circolare, ma anche di sistemi carbon neutral compresa l’importanza dei big data e di quello che concerne il mondo dell’auto elettrica.
La WeGeneration e la mobilità sostenibile
A mettere insieme le fonti del sapere di questo interessante progetto di AI automotive-riferito, gli stessi cinque studenti universitari forti degli incontri svolti all’interno del Campus con alcuni professionisti operanti nell’ambito del progresso sostenibile. Tra loro Carlo Carraro, professore di economia ambientale presso Università Ca’ Foscari e vicepresidente di IPCC, che durante uno dei Club ha spiegato come la diffusione del progresso tecnologico sarà accelerata dal calo dei prezzi delle principali tecnologie a basse o zero emissioni. Tra gli esperti anche Niccolò Calandri, cofondatore e ceo di 3Bee; suo il racconto di come, attraverso l’AI, si possano elaborare grandi quantità di dati negli ecosistemi naturali, così da trovare soluzioni efficaci per proteggere la biodiversità. E sempre di dati, della loro analisi/interpretazione/comunicazione ha parlato anche la giornalista e data humanizer Donata Columbro.
I pregiudizi sull’elettrico si sconfiggono con l’informazione
Frontman della serata lo stesso direttore di Audi Italia, Fabrizio Longo, che prima di introdurre i due ospiti della conferenza –Barbara Mazzolai e Andrea Moccia– ha ribadito la direzione aziendale e industriale di Audi verso la mobilità 100% elettrica. Una scelta spiegata punto per punto partendo dall’alta efficienza del motore elettrico che raggiunge il 90% rispetto a quello endotermico fermo al 40%. Un sì motivato alla mobilità elettrica con batterie caricate da fonti di energie rinnovabili e un no fermo all’idrogeno. Una soluzione già a portata del trasporto pesante, ma difficilmente realizzabile su larga scala con la tecnologia attuale dell’automobile. I motivi sono legati al costo di produzione dell’idrogeno e alla sua pressurizzazione, trai 700 e 900 bar. Una pressione che richiede un forte dispendio energetico.
Il direttore affonda la lama anche su alcuni pregiudizi che ormai dovrebbero essere superati. Trai primi tabù da sgretolare c’è sicuramente la bassa autonomia che, oggi, grazie alle nuove soluzioni tecniche ha ormai superato i 600 km; almeno per quanto riguarda la proposta dei quattro anelli. Alla libertà di viaggiare senza vincoli si aggiunge la velocità ricarica. Oggi, basta una manciata di minuti per caricare l’equivalente di oltre 100 km di autonomia grazie alle colonnine HPC (Hight Power Charging) in corrente continua. Altro pregiudizio è legato al numero delle stazioni elettriche di servizio. Se tre anni fa erano circa 25.000, entro il 2027 diventeranno 74.000 per arrivare poi a quota 100.000. Un numero già superiore alle pompe di benzina ferme a 22.800 unità. Vero è che il numero delle stazioni fast charge rappresenta ancora meno di un quarto del totale. . . . .
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https://www.wired.it/article/re-innovation-intelligenza-artificiale-auto-elettriche/
20/11/23, WIRED