Le auto elettriche non sono più il futuro, sono già protagoniste del nostro presente, ma non tutti credono che vi resteranno poi così a lungo. Dopo lo stop cinese alla grafite ci sono nuove sfide da affrontare sullo strategico fronte dei materiali
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Dobbiamo, come consumatori informati, essere seri e pragmatici nel porci una precisa domanda. Quanto siamo disposti a pagare per un’auto elettrica? A diffondersi, specie su mercati come quello cinese o indiano, ma non solo, sono state negli ultimi anni modelli di vetture elettriche dai prezzi decisamente abbordabili e questo ha parecchio influenzato le cose anche da noi.
Le auto elettriche caratterizzate da prezzi accessibili vengono sostanzialmente premiate anche in Europa e l’Italia non è certo un’eccezione. Il fatto che probabilmente presto i prezzi delle e-car potrebbe essere ritoccato al rialzo, potrebbe quindi generare problemi o semplicemente un rallentamento nella loro diffusione.
C’è un minerale molto ambito sui mercati internazionali, la grafite, una materia prima fondamentale per la costruzione delle batterie dei veicoli elettrici e di cui la Cina, è il principale produttore, parliamo di circa il 90% del totale.
Il problema è che la Cina ha deciso di imporre limiti decisamente più stringenti all’export. Una mossa maturata a pochi giorni dall’ulteriore stretta statunitense alla vendita nei confronti di Pechino di microchip ad alta tecnologia e a un mese circa dall’annuncio della Commissione Europea di un’indagine sull’importazione dei veicoli elettrici cinesi.
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La Cina influenza ancora una volta il mercato delle auto elettriche
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La Cina è da tempo grande protagonista nella produzione e commercializzazione di auto elettriche, ma questo non è l’unico modo in cui opera su questo nuovo e strategico mercato.
Il governo cinese ha preso una decisione che considera di “sicurezza nazionale”, ovvero limitare l’esportazione di grafite, ma per gli analisti Pechino sa bene come questa mossa influenzerà a vari livelli la cosiddetta transizione ecologica e sta facendo con attenzione i suoi interessi.
I tagli cinesi all’export finiranno con il far impennare i prezzi della grafite fuori dal gigante asiatico, analogamente a quando era successo lo scorso agosto, con gallio e germanio, altri metalli essenziali nelle produzioni tecnologiche.
Il mercato dei veicoli elettrici, ma non solo, pensiamo ad esempio anche agli smartphone, subirà probabili contraccolpi a livello globale.
Auto elettriche, si va verso la grafite sintetica
Ad ogni azione c’è una reazione e il mondo non attende certo i comodi della Cina, tanto che già si guarda oltre, con una possibile soluzione, che però non elimina del tutto le criticità.
Secondo stime di Benchmark Mineral Intelligence, la grafite sintetica potrebbe essere utilizzata entro il 2025 per i due terzi delle batterie elettriche prodotte a livello globale.
Sviluppare un’alternativa sintetica alla grafite cinese è però costoso, bisognerà quindi capire, tornano alla domanda di prima, se e quanto i consumatori sono disposti a pagare di più per diventare parte attiva del cambiamento e mettersi alla guida di un’auto elettrica.
Dalla Cina, ma anche da Paesi come la Turchia, l’Unione Europea continuerà per ora ad acquistare comunque più del 65% delle materie prime strategiche per il settore, ma gli equilibri potrebbero presto cambiare, anche in modo significativo.
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28/10/23
autospecial
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