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La Commissione europea ha avviato un’indagine anti-sussidi sulle auto elettriche provenienti dalla Cina e vendute a basso costo. L’Europa rischia di perdere un’industria fondamentale
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“In questo momento i mercati globali sono inondati da auto elettriche economiche. E il loro prezzo è tenuto artificialmente basso da enormi sussidi statali”. Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso sullo stato dell’Unione al Parlamento.
La Commissione ha avviato oggi un’indagine anti-sussidi per decidere se imporre dazi sulle importazioni di automobili elettriche dalla Cina: il paese è il maggiore produttore di questi veicoli, con una quota del 54 per cento del totale mondiale, e le aziende cinesi possono beneficiare da tempo di generosi sussidi statali.
LE AUTO ELETTRICHE CINESI CONQUISTERANNO L’EUROPA?
Le case automobilistiche europee non possono produrre veicoli elettrici allo stesso costo dei marchi cinesi come BYD, Nio e Xpeng. Il rischio, allora, è che i modelli low-cost cinesi conquistino grosse fette di mercato in Europa, mandando in crisi un’industria molto rilevante per il Vecchio continente.
Se von der Leyen ha parlato di auto elettriche “economiche” è perché effettivamente i marchi cinesi stanno tagliando i loro prezzi di vendita. In Cina c’è un’intensa competizione tra aziende diverse, ma il mercato domestico non garantisce più grandi tassi di crescita: per questo le case cinesi si stanno sempre più rivolgendo all’estero.
Si tratta un approccio “tradizionale”, in un certo senso, dell’industria cinese: quando si verifica una situazione di sovraccapacità interna, si compensa con le esportazioni a prezzi ridotti. È successa grossomodo la stessa cosa con i dispositivi fotovoltaici.
I DATI
Stando ai dati della China Passenger Car Association, ad agosto le esportazioni automobilistiche della Cina sono cresciute del 31 per cento. Secondo Inovev, l’8 per cento delle nuove auto elettriche vendute in Europa quest’anno sono di produzione cinese; nel 2022 erano il 6 per cento e nel 2021 il 4 per cento.
IL VANTAGGIO DI COSTO DELLA CINA
Lo scorso aprile il fondatore di Nio, uno dei più importanti brand cinesi, ha detto che i produttori cinesi di auto elettriche hanno un vantaggio di costo di circa il 20 per cento sulla concorrenza occidentale. Merito del dominio della Cina sulla filiera: il paese è nettamente il maggiore raffinatore di metalli critici (litio, nichel, cobalto…) e il primo produttore di batterie e componenti vari (anodi, catodi, elettroliti…).
COSA RISCHIA L’UNIONE EUROPEA
La mobilità elettrica è un tassello importante del piano della Commissione europea per la transizione ecologica: Bruxelles, peraltro, ha deciso di vietare, dal 2035, l’immatricolazione di veicoli alimentati a benzina o diesel sul territorio dell’Unione. Se il settore automobilistico dovesse perdere la sfida industriale sull’elettrico con la Cina, le conseguenze economiche e occupazionali potrebbero essere molto serie. “L’Europa”, ha spiegato von der Leyen, “è aperta alla concorrenza, non a una corsa al ribasso”.
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13/9/23
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