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Nonostante il taglio dei prezzi di listino sui modelli elettrici di molti brand il costo medio delle EV resta ancora proibitivo: in tanti rimandano l’acquisto all’arrivo dei modelli a buon mercato
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Ormai è risaputo, il parco auto italiano continua ad invecchiare con conseguenti ricadute sull’aumento delle emissioni. I fattori che finora ne hanno ostacolato il processo di rinnovamento sono molteplici, non ultimi la crisi dei chip e il conflitto russo-ucraino.
A risultare particolarmente colpito è il segmento delle compatte (segmento A), che nel 2022 ha perso il 22%, mentre si registra una crescita per i segmenti di lusso. Il noleggio a lungo termine si conferma la forma d’acquisto privilegiata in questo momento di transizione energetica, poiché consente di ridurre i rischi dell’incertezza tecnologica. Sono i dati che emergono dallo studio condotto da Aniasa, Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio, della Sharing mobility e dell’Automotive digital, e Bain & Company “Il vento dell’Est soffia sull’automotive”, presentato durante l’annuale conferenza stampa dell’Associazione.
Auto elettriche ancora elitarie
Uno dei dati più evidenti che emerge dallo studio è la frenata nelle vendite delle auto elettriche, nonostante molte aziende abbiano deciso di ridurre i prezzi di listino. Le EV si confermano una soluzione giusta ancora per pochi, residenti principalmente nei grandi centri abitati. Le stime sembrano suggerire che, in virtù di costi di produzione più competitivi, i costruttori dell’Est, sia europei che asiatici, nei prossimi anni saranno in grado di conquistare fette di mercato più ampie (in Italia il 4% al 2030), a scapito dei brand tradizionali. Non è un caso che dal 2015 ad oggi l’Europa abbia perso la produzione sul proprio territorio di 5 milioni e 300mila vetture, auto che oggi vengono prodotte principalmente in Cina.
Da questo rapporto si nota come gli italiani si sentano ancora disorientati al cospetto dell’offerta tecnologica e da tempi di consegna del nuovo molto lunghi, motivo per cui in tanti preferiscono rimandare un passo importante come l’acquisto dell’auto. Un’ulteriore conferma è evidenziata dal drastico crollo delle rottamazioni (nel 2022 il -30% in meno rispetto al 2021), con quasi mezzo milione di vetture rottamate in meno. Il parco circolante e la sua età media, che ormai ha raddoppiato i livelli di 20 anni fa, superando i 12 anni di età per vettura, in questo modo continuano a crescere.
Il prezzo fa ancora la differenza
Il rapporto di Aniasa e e Bain & Company sottolinea come il parametro della sostenibilità economica sia un fattore centrale nelle abitudini di consumo degli italiani. Quasi il 60% della popolazione nel 2022 non ha preso in considerazione l’acquisto di un’auto nuova principalmente per motivi legati al prezzo e all’incertezza economica. Incentivi e sconti aggiuntivi sembrano essere l’unico elemento in grado di dare impulso all’acquisto di auto nuove. E in attesa di prezzi più bassi, i consumatori italiani rivolgono sempre di più la loro attenzione verso i costruttori cinesi, capaci di produrre auto a costi più competitivi e che presto si ritaglieranno quote di mercato sempre più ampie.
“Pur preferendo i marchi europei, un italiano su cinque sta già considerando marchi cinesi e asiatici perché più convenienti, anche se di minore qualità – afferma Gianluca Di Loreto, Partner Bain & Company -. Il futuro è già qui: l’assetto del mondo automotive si sta spostando velocemente verso Oriente. In questo contesto è quindi necessario e urgente che l’Italia acceleri gli investimenti sulla filiera auto, riaffermando il proprio ruolo industriale nel comparto: la chiave è puntare sulle eccellenze del Made in Italy attraverso il progressivo superamento delle vecchie tecnologie, storico fiore all’occhiello del Paese, per sviluppare nuovi centri di eccellenza e competenza nel mondo dell’elettrificazione”.
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12/05/2023
fonte: Today
https://www.today.it/motori/auto-moto/auto-elettriche-costano-troppo-italiani-aspettano-cinesi.html