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Italia pronta per l’elettrico? Provate le strade del Lazio e vi ricrederete (1)
“Sono un felice possessore di una bella auto elettrica (MG 4), e scrivo per condividere un mio dubbio. Siamo sicuri che in Italia, e a maggior ragione in alcune regioni, siamo pronti per sostenere la transizione della mobilità verso l’elettrico? Il mio dubbio parte dalle constatazioni che sto facendo. La cattiva tenuta delle arterie urbane ed extraurbane, e in alcuni casi i malvezzi degli automobilisti, rendono impossibile se non controproducente, utilizzare gli ausili tecnologici delle nuove elettriche. Non ci credete? Ecco alcuni esempi che chiunque faccia per lavoro, come me, lunghi tratti urbani ed extraurbani nel Lazio (nel mio caso Bracciano-Fiumicino) può confermare.
Silenziosità auto elettrica? Praticamente azzerata dalla rumorosità derivante dal fondo stradale duro, rovinato e pieno di buche (crateri) per oltre il 50% della tratta. Qualunque itinerario si scelga. Tant’è che in alcune tratte la velocità massima consentita è stata abbassata fino a 30 km/h su porzioni di strada dove prima era fissata a 50 o anche a 70 km/h.
Gli ausili alla guida? Meglio disattivarli, con queste strade…
Sistema di centramento della corsia o Line Keep Assistant? Meglio disattivarlo perché, per evitare le buche, devi sottoporti a continui slalom nella carreggiata. Evitando la parte destra delle strade, a volte così sconnessa da rischiare di rompere gomme o braccetti. O addirittura procedere a cavallo della linea di separazione della carreggiata, rischiando incidenti con chi è costretto a fare lo stesso in direzione opposta. Ah, tutto ciò facendo finta che le linee che delineano a terra le carreggiate non siano rovinate, invisibili o addirittura assenti…3) Rilevamento dei segnali stradali? Meglio disattivarlo, a causa del mancato riconoscimento di segnali rovinati, piegati, caduti, girati. O, nel migliore dei casi, pieni di adesivi che pubblicizzano animatori per feste o svuotacantine. Rischi di essere tratto in inganno se segui quanto legge l’auto. 4) Mantenimento della distanza di sicurezza? Da utilizzare a vostro rischio e pericolo. Nel Lazio state certi che chi vi sta dietro, rilevando spazio a sufficienza, vi sorpasserà incurante della segnaletica orizzontale. Azzerandola per voi la distanza di sicurezza e forzando la vostra auto a una frenata automatica, dovuta al radar che rileva d’improvviso un ostacolo che non c’era.
Gli ADAS sono programmati per un mondo civile…
Fari a led? bellissimi, un bel passo avanti rispetto al passato. Se non fosse che il fascio, diversamente dalle luci alogene di una volta, si interrompe in maniera netta a una distanza tale che rende impossibile scorgere in anticipo le buche. Cosa che, era più facile, paradossalmente, coi fari di vecchia generazione. Personalmente, utilizzo quanto più possibile gli abbaglianti per mitigare questo problema. Potrei continuare con altri esempi, ma è già troppo desolante rilevare come invece la mia auto possa essere sfruttata al massimo nel nord Italia. O ancora di più all’estero, dove sanno che le auto moderne vengono costruite, e i loro software/ADAS programmati, per operare in strade tenute, se non a regola d’arte. Almeno a livelli che si avvicinano a quelli di Paesi mediamente evoluti. Siamo davvero pronti in Italia (soprattutto in regioni come il Lazio) alla transizione verso la più tecnologica mobilità elettrica?„. Gianpiero Sirianni. Risposta. Purtroppo la fotografia di buona parte delle strade italiane è ineccepibile. Il semi-smantellamento delle Province ha reso ancora più pietoso lo stato di molte strade, soggette a una manutenzione insufficiente. E leggere di ADAS che diventano non solo inutili, ma addirittura dannosi, fa una certa impressione. Forse di questi temi dovrebbe occuparsi l’ACI, invece delle reiterate campagne contro l’auto elettrica.
Italia pronta? Ma fatemi il piacere, bisogna andare a piedi o coi mezzi pubblici
“Che la mobilità elettrica è il presente e il futuro è scontato. Che aiuti a risolvere il problema dell’inquinamento globale è una cavolata. Che può aiutare a migliorare l’aria nei grossi centri con tassi di inquinamento importante può essere. Che l’elettrica è un altro pianeta lo è per chi fino a ieri guidava una Punto Multijet turbodiesel. Per il resto è un’auto che sobbalza come le altre, tenendo conto del fruscio aereodinamico che rende le auto tutte rumorose allo stesso modo. Scompare il senso di libertà di movimento di cui siamo abituati con i ns SUV e suvvetti e diventiamo pecore schiave della ricarica. Di positivo c’è che andremo tutti piano, 110 in autostrada 70 sulle nazionali. Evviva le code. Il vero inquinamento lo risolvi se vai a piedi o con i mezzi pubblici, se si smette di desertificare e tirare giù km di foreste al giorno. Ma questo non interessa a nessuno. Il problema sono i motori termici? Ci vogliono almeno 100 anni prima che si possa respirare grazie all’uso delle elettriche. Ma fatemi il piacere. Concentrarsi su quello di cui il pianeta ha bisogno non conviene a nessuno. Comperarsi le elettriche conviene a molti, troppi. Ma non a chi la compera. Buona pedalata„. Franco Nuzzi. Risposta. Nessuno ha mai detto che l’auto elettrica è l’elisir con cui risolvere il riscaldamento globale, ma già migliorare l’aria nei grossi centri sarebbe un enorme risultato. Che si può raggiungere pedalando, certo, ma anche usando auto a emissioni zero (e alimentata con energia pulita) invece di vecchie stufe a gasolio.
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01/05/2023
fonte: vaielettrico