Il Comune di Bologna aderisce al progetto “Ruote ferme, pedoni salvi” che permette di impiegare chi viola il CdS nel controllo degli attraversamenti pericolosi
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Non solo sanzioni pecuniarie o rischio di processi civili e penali. Gli automobilisti indisciplinati bolognesi, nel caso in cui dovessero essere colti a violare gli articoli del Codice della Strada, saranno chiamati a collaborare con le forze dell’ordine in qualità di assistenti pedonali.
Il capoluogo emiliano diventa così la settima città italiana – seconda città metropolitana dopo Torino – a sottoscrivere il progetto ‘Ruote ferme, pedoni salvi‘ ideato dall’AFVS (acronimo di “Associazione familiari e vittime della strada”) e patrocinato dal Ministero della Giustizia e dall’ANCI (l’associazione dei comuni d’Italia). Un modo per sensibilizzare i più indisciplinati al volante e far sì che possano rendersi utili agli altri utenti della strada.
Chi sono e cosa fanno gli assistenti pedonali
Il progetto di sicurezza ed educazione stradale ideato dall’AFVS ha lo scopo di “rieducare” tutti quegli automobilisti che hanno infranto le norme del Codice della Strada tramite l’esecuzione di lavori di “pubblica utilità”. In particolare, potranno prender parte al progetto “Ruote ferme, pedoni salvi” gli automobilisti che, nel corso di un controllo stradale, sono risultati positivi all’alcol test o al test anti-droga (in attesa di provvedimenti più incisivi).
Chi aderirà al protocollo di intesa sarà impiegato nei servizi di vigilanza del territorio urbano in collaborazione con gli agenti della Polizia Municipale. In particolar modo, gli assistenti pedonali dovranno presidiare gli attraversamenti pedonali “poco sicuri” a causa dell’alto flusso veicolare, della scarsa illuminazione o nelle vicinanze di luoghi di aggregazione sociale.
Gli imputati, indagati e condannati per violazione del Codice della Strada saranno impegnati in un periodo di formazione con gli agenti della Polizia locale, così da conoscere esattamente i compiti che dovranno svolgere e come dovranno comportarsi in caso di pericolo. Per essere visibili e riconoscibili in strada, gli assistenti pedonali dovranno indossare una pettorina gialla catarifrangente, un cappellino e saranno dotati di paletta per regolare il flusso stradale.
Assistenti pedonali a Bologna: quando inizia il progetto
Dopo la firma del protocollo di intesa da parte delle autorità comunali, il progetto “Ruote ferme, pedoni salvi” entra nella fase operativa anche nel capoluogo felsineo. Inizialmente, saranno 20 gli assistenti pedonali bolognesi che agiranno sul territorio comunale in prossimità di scuole, uffici pubblici e luoghi di aggregazione. Le prime scuole a usufruire della collaborazione degli assistenti saranno quelle della Bolognina.
“È un progetto di sicurezza stradale a tutela dell’utenza più debole, con una finalità rieducativa per le persone che possono ricucire il patto violato con la società – spiega Silvia Frisina, delegata bolognese dell’associazione familiari e vittime della strada – Quale miglior modo per riparare se non sulla strada, il luogo dove hanno commesso il reato”.
Anche le autorità cittadine, ovviamente, esprimono soddisfazione per la firma di un protocollo di intesa che consentirà di migliorare il flusso veicolare e la sicurezza dei pedoni in alcune delle aree più a rischio in città. “Si tratta di un’iniziativa importante – ha sottolineato il capo della Polizia Locale di Bologna Romano Mignani – perché ci permette di avere una presenza in contesti che meritano un presidio dedicato e perché riusciamo a farlo con la collaborazione con i cittadini e le associazioni”.
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29/01/2023
fonte: Virgilio Motori