Il 2022 passerà alla storia come l’anno della definitiva svolta nel settore automotive delle auto elettriche.
Uno switch vero e proprio, un passaggio quasi obbligato, perché dopo la decisione della Comunità Europea di condannare definitivamente le “vecchie e care” endotermiche, le auto elettriche hanno letteralmente conquistato il centro del palcoscenico, in un mercato, quello dell’automotive, sempre più in crisi.
Perché se non era bastata la pandemia, si è aggiunta anche la crisi dei microchip, fattore che ha realmente portato a galla, problemi che già da tempo erano all’orizzonte e non solo.
Partiamo da un presupposto, le moderne auto, dalle citycar alle ammiraglie, hanno un bagaglio tecnologico imbarazzante, i famosi e apprezzati ADAS, ovvero i sistemi di assistenza alla guida, e non solo, richiedono una quantità tale di semiconduttori, da far invidia a un vecchia centrale elettrica, perché oramai dai microchip passa tutta l’informazione ma anche l’energia nelle moderne auto, soprattutto in quelle elettriche.
Ricapitolando, dopo la pandemia si è aggiunta la crisi di microchip, che ha comportato enormi ritardi delle consegne, se ciò non bastasse, si è aggiunta anche la guerra tra Russia ed Ucraina, che ha comportato non solo un blocco pressoché totale di alcuni lavorati necessari per produrre i semiconduttori, ma che ha anche dato via a una crisi economica su scala mondiale.
Diversi produttori, in prima fila quelli impegnati nel mercato automotive, hanno chiuso i battenti delle loro sedi in Russia ma anche dei loro stabilimenti produttivi, il che ha comportato un ulteriore allungamento dei tempi, di approvvigionamento e conseguentemente di consegna, delle vetture nuove.
In tutto questo scenario apocalittico non poteva non aggiungersi la decisione dell’Unione Europea, di decretare, almeno dal mio punto di vista, la morte prematura dei motori endotermici, dando una definitiva scossa alla produzione di auto elettriche.
A questo punto è d’obbligo fare una premessa, niente in contrario all’arrivo di nuove tipologie di alimentazione e a nuovi ingressi, le auto elettriche sono un piacere da guidare, anzi, ma era proprio necessario il prematuro prepensionamento degli Euro 6?
I motori moderni, benzina e diesel, hanno livelli di emissione, realmente bassi, le ibride leggere hanno aiutato realmente all’abbattimento di CO2, le plug-in hanno consentito al pubblico europeo di avvicinarsi all’elettrico sperimentando la ricarica esterna, ma di fatto, la vera svolta è stata rappresentata e portata avanti dalle Full Hybrid.
Le Plug-In Hybrid o anche le ibride alla spina, per quanto siano portatrici di una tecnologia innovativa, hanno un costo ancora proibitivo e un peso che in certe situazioni, non favorisce proprio la riduzione dei consumi, dunque la vera svolta poteva ed è rappresentata dalle ibride leggere, quelle per intenderci che non necessitano di una ricarica esterna, dove l’elettronica fa tutto da sé, al pilota è demandato il solo “compito” di fare il rifornimento di carburante.
Le auto elettriche in tutto questo bailamme hanno giocato un ruolo decisivo nella definitiva morte delle endotermiche.
Il motivo? È presto detto, gli investimenti dei costruttori automobilistici sono enormi, impossibile una volta messa in moto la macchina tecnologica, tornare indietro, a tutto si è poi aggiunta la fatidica data del 2035, anno dove le case automobilistiche saranno obbligate a commercializzare unicamente auto elettriche. Qualcuno potrà obiettare ora, che manca più o meno un decennio ancora allo “switch” termico / endotermico, e invece non è proprio così, perché la tecnologia in questo campo, fa passi da gigante e chi non è al passo con i tempi, rischia di restare definitivamente indietro.
Dunque è tempo per le Case automobilistiche di investire, di correre al riparo e di iniziare a trasformare la propria produzione, elettrificando l’intera gamma. Una vera e propria corsa contro il tempo, perché gli investimenti nei vecchi e cari motori diesel sono ormai fermi, l’ultimo vero costruttore che ha investito nel Diesel è stata la Mercedes-Benz, il suo OM 654, un propulsore capolavoro della moderna tecnologia, ha emissioni contenute, consumi bassissimi eppure, la sua “morte” è ormai vicina.
C’era chi aveva ipotizzato che il timeout del 2035 poteva portare all’adozione dei carburanti alternativi, i combustibili fossili, una novità che seppur ha portato ad una piccola speranza ovvero di non vedere totalmente scomparire e cancellato il passato, ha avuto un breve momento di gloria, soppiantato nuovamente dall’elettrico.
Cosa dobbiamo aspettarci nel mercato auto per il 2023?
Di sicuro, tantissime le novità che sono in arrivo sia per quanto concerne le BEV, i veicoli a basse e zero emissioni, sia per quanto concerne la tecnologia presente sulle vetture, non è un mistero che anche colossi del calibro di Apple e Google siano al lavoro per lanciare i propri modelli di auto, in tutto questo un ruolo da protagonista l’avrà ancora una volta Tesla, marchio di riferimento nell’elettrico, la sua potenza di fuoco è enorme, perché se il costruttore americano rispetterà il suo programma, ci sarà da divertirsi, perché arriverà un’auto elettrica da grandi contenuti e dal prezzo popolare.
Su questo principio fondamentale, si muoverà anche Volkswagen, il Gruppo è pronto a lanciare entro il 2026 una citycar elettrica a basso costo, anche questa sarà una vera svolta, perché senza nasconderci dietro a falsi miti e ipocrisia, il vero limite delle auto elettriche non è solo l’autonomia ma anche il prezzo.
Ricapitolando, per il 2023 c’è da attendersi una definitiva consacrazione delle auto elettriche, una massiccia diffusione delle colonnine di ricarica pubblica e un massiccio utilizzo di una tecnologia, quella OTA (acronimo di Over-the-Air) che consentirà alle auto di aggiornarsi anche da remoto senza scomodare i centri e le officine autorizzate.
Se a tutto questo aggiungete che diversi marchi stanno puntando sul modello d’agenzia, dove le classiche e grandi concessionarie avranno un ruolo fondamentale nell’assistenza, OTA permettendo, ne deriva che anche il 2023 sarà un anno decisivo per il mercato automotive.
Il quadro delineato non è proprio quello definitivo, perché ci sarebbe da parlare, e anche tanto, del mercato dell’usato, ma un altro tassello è impossibile da aggiungere a uno scenario che già di per sé ha tanti elementi difficilmente compatibili tra di loro.
23/12/2022
fonte: Inforicambi.it – M.Lasala
https://www.inforicambi.it/automotive/editoriale-2022-marco-lasala_25249.html