La crisi a livello globale ha fatto calare la produzione automobilistica in modo sensibile negli ultimi anni. Ecco un po’ di numeri
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Nel 2022 la carenza di semiconduttori è costata alle case automobilistiche altri 4,5 milioni di macchine. È la minore produzione a livello planetario calcolata dalla società americana Auto Forecast Solutions (AFS). Per il 2021 la Alix partner aveva contabilizzato 7,7 milioni di auto fabbricate in meno. Secondo il ceo della AFS, Joseph McCabe, la crisi penalizzerà il comparto anche l’anno prossimo, anche se i danni saranno più limitati: 3 milioni di vetture prodotte in meno.
La “tempesta perfetta” che si è abbattuta sull’industria dell’auto (e non solo) ha comportato un calo pesante della produzione mondiale. Nel 2019, prima della pandemia, secondo i dati dell’International Organization of Motor Vehicle Manufacturers (OICA), erano stati raggiunti i 91,183 milioni di esemplari, crollati a 77,712 milioni nel 2020 (quando numerosi stabilimenti erano rimasti chiusi per settimane per via delle restrizioni imposte per contenere la diffusione del Covid) e risaliti solo parzialmente nel 2021 a 80,145 milioni.
Al Salone di Detroit, il presidente Joe Biden aveva anticipato politiche per riportare la produzione dei microprocessori nella nazione in cui sono nati, ossia gli Stati Uniti. L’Unione Europea ha varato un piano da 43 miliardi a sostegno degli investimenti nel settore per ridurre la dipendenza comunitaria da questi strategici componenti.
Con lo sforamento anche nel 2023, la crisi dei semiconduttori appesantirà il comparto per almeno altri 12 mesi, oltre ai due anni precedenti. A pagare il prezzo della situazione sono soprattutto i consumatori, in particolare quelli con minori disponibilità economiche. Quasi tutti i costruttori hanno deciso di riservare i preziosi microprocessori ai modelli più redditizi e talvolta anche quelli vengono consegnati con la promessa di successivi aggiornamenti.
Sia Toyota, il primo gruppo al mondo, sia Stellantis, la società nata dalla fusione tra FCA e PSA, hanno già anticipato colli di bottiglia per il primo trimestre del prossimo anno con possibili ripercussioni sui tempi di consegna delle auto già ordinate. La situazione dovrebbe poi progressivamente migliorare: un po’ per via dei nuovi contratti di fornitura e un po’ per via del calo della domanda (dal punto di vista congiunturale non esattamente una buona notizia).
L’analisi della AFS conferma che i gruppi più colpiti sono soprattutto americani e europei. Stellantis avrebbe dovuto sacrificare una produzione pari a quasi 1,5 milioni di auto, seguita da General Motors con quasi 1,3 milioni e da Ford con circa 800.000. Si tratta di volumi considerati “non più recuperabili”. Anche Toyota avrebbe perso circa 800.000 macchine, qualcosa in più rispetto al gruppo Volkswagen. Praticamente insignificanti le perdite attribuite alle case cinesi, che sollevano ulteriori dubbi sulle ripetute chiusure di vari stabilimenti all’interno del Celeste Impero. L’interruzione della filiera sembra aver lasciato indenni i marchi della Cina, che non a caso hanno avviato in questi mesi una grande offensiva europea, escludendo ritardi nelle consegne.
20/12/2022
fonte: alVolante.it
https://www.alvolante.it/news/nel-2022-prodotte-4-5-milioni-auto-meno-380998