L’Università di Bologna in collaborazione con il Franunhofer Institute studierà come ottenere carburati da scarti biologici
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Ottenere biocarburanti attraverso materiale biologico di scarto, come legna proveniente da eventi meteorologici catastrofici o scarti dell’agroindustria. Questo l’obiettivo del progetto NET-Fuels, finanziato dall’Unione Europea con quasi 4,8 milioni di euro nell’ambito del bando Horizon Europe e portato avanti da Università di Bologna in collaborazione con il Franunhofer Institute. L’iniziativa è stata presentata in questi giorni a Ravenna e si propone di studiare come ottenere carburati da scarti biologici: attraverso una serie di tecnologie avanzate produrrà idrogeno, metano e biocarburanti, mentre, tramite l’utilizzo della parte carboniosa come ammendante nel suolo, effettuerà il sequestro di CO2.
“Increasing biomass conversion efficiency to carbon-negative sustainable biofuels by combination of thermal and bio-electrochemical processes”, questo il nome completo del progetto, avrà dunque il compito di offrire soluzioni alternative ai carburanti tradizionali sfruttando gli scarti di tipo biologico. Il processo avverrà mediante una catena sostenibile, senza che vengano impiegate fonti fossili. La due giorni di Ravenna ha visto gli interventi del prof. Contin, che ha introdotto il progetto coadiuvato da Adriana E. Dasculto, project manager dell’Università, dell’assessore Annagiulia Randi, a nome del Comune di Ravenna, ente patrocinatore dell’evento, e della professoressa Mirella Falconi, presidentessa della Fondazione Flaminia, attraverso Cifla ente gestore del Tecnopolo di Ravenna, presso i cui laboratori verrà realizzato il progetto.
Durante la prima giornata anche Javier Garcia Fernandez, Project Officer delegato dalla European Climate, Infrastructure and Environment Executive Agency (Cinea) alla gestione del progetto, si è collegato con l’evento per presentare l’istituzione europea da lui rappresentata e spiegare il proprio ruolo nel progetto. In seguito, tutti i partner del progetto hanno presentato le proprie istituzioni e il proprio ruolo nel progetto di ricerca. La seconda giornata è invece dedicata alla visita al Centro Ricerche Ambiente Energia e Mare, a Marina di Ravenna, sede del Tecnopolo presso la quale l’Università svolgerà la propria parte di ricerca e, in seguito, inizieranno le prime riunione operative fra i partner. Il progetto avrà un approccio multidisciplinare, pianificando interazioni tra esperti provenienti da differenti campi tecnici e ingegneristici, ma anche da un punto di vista dell’analisi del ciclo di vita, del marketing e degli aspetti economico-sociali, in collaborazione con il prof. Brightman del Dipartimento di Beni Culturali dell’Alma Mater, al Campus di Ravenna. Nella pianificazione è previsto anche l’impegno con i cittadini, la società civile e gli utenti finali tramite un comitato consultivo esterno.
15/12/2022
fonte: FormulaPassion.it