“Se si vogliono raggiungere gli obiettivi di CO2 per i prossimi anni stabiliti dall’Ue, 95 grammi di CO2 per chilometro nel 2020-21 e 59,4 nel 2030 (-37,5%), le vendite di veicoli a batterie dovranno crescere rapidamente. Così come le infrastrutture. Vogliamo spostarci il più rapidamente possibile verso la mobilità a emissioni zero. Ma questa transizione è una responsabilità condivisa che richiede un approccio da parte di tutti, costruttori e istituzioni”, con queste parole si è presentato Carlos Tavares, presidente di Acea (Associazione europea dei costruttori di automobili) e ceo del gruppo Psa.
Le sue dichiarazioni sono conseguenza di quello che l’Acea chiede urgentemente alle istituzioni dell’Unione per agevolare e velocizzare il passaggio alla mobilità a zero o a basse emissioni. Nel suo intervento ha posto l’accento anche sulla necessità di avere più incentivi statali: “Non bastano però le infrastrutture, servono anche incentivi statali all’acquisto di vetture di questo tipo che siano sostenibili e coerenti in tutti i paesi dell’Unione Europea. Serve un piano comune”, in quanto i rapporto stilato dall’associazione va ad evidenziare un grande squilibrio del posizionamento delle strutture di ricarica: in Olanda, Germania, Francia e Regno Unito vi è la presenza del più del 75% delle colonnine presenti nel territorio del Vecchio Continente.
Infine, si è concentrato su un altro aspetto molto importante, quello della mobilità di massa: “Dobbiamo salvaguardare il diritto alla mobilità delle persone indipendentemente da dove vivono e dalla loro condizione economica. Se i costi di vetture a zero o basse emissioni non diminuiranno i segmenti A e B (i più venduti) rischieranno l’estinzione: i bassi prezzi di vendita non riusciranno a compensare gli investimenti necessari per l’elettrificazione di tali modelli”.