Al MAUTO fino al 30 giugno la nuova mostra “Auto che passione!”, che racconta le influenze delle quattro ruote nelle arti visive del XX secolo. Con un omaggio al fondatore del museo Carlo Biscaretti di Ruffia.
L’automobile è femmina. Concepita e nata come emblema di virilità e potenza “maschia”, negli anni ha stuzzicato l’immaginario collettivo col fare seduttivo di un’autentica femme fatale, a scardinare ogni dubbio sulla sua vera identità. Lo disse senza mezzi termini il vate Gabriele D’Annunzio, mentre i Futuristi ancora si accapigliavano sul corretto uso linguistico di quello che era divenuto il simbolo della modernità. Estetica, bellezza, attrazione. C’è questo, e molto altro, nella nuova mostra del MAUTO “Auto che Passione! Interazione fra grafica e design”, realizzata in collaborazione con il m.a.x. museo di Chivasso.
Un’esposizione che raccoglie manifesti e cartoline realizzati da disegnatori e grafici sul mondo delle quattro ruote, nel percorso evolutivo che la pubblicizzazione dell’automobile ha attraversato negli anni. Stili e colori che sono espressione della cultura di un’epoca, in dialogo con sei vetture iconiche nella storia del Novecento: l’Alfa Romeo 8C 2300 Touring del 1934, la Lancia Aurelia B52 Coupè Bertone del 1951, la Pantera De Tomaso GTS Ghia del 1974, la Ferrari 308 GTB Pininfarina del 1980, l’Alfa Romeo V6 3.0 Vittoria del 1995 e la Iso Rivolta Vision GT Zagato del 2017.
“Una mostra molto stimolante – commenta la direttrice del MAUTO Mariella Mengozzi – che nasce da una delle importanti collaborazioni avviate dal nostro museo per aumentare visibilità e pubblico”. Evento che cade tra l’altro nel centoquarantenario dalla nascita di Carlo Biscaretti di Ruffia, fondatore del MAUTO e al tempo pubblicitario.
Le grafiche esposte sono realizzate da alcuni grandi disegnatori del secolo scorso, quali Jules Chéret, con il manifesto “Benzo-Moteur” del 1900, Marcello Dudovich, pubblicitario per la Nuova Balilla (1934), o Max Huber, autore per il 40° Gran Premio d’Italia nel 1969.
“Volevamo mettere in risalto i cambiamenti storici e culturali che l’inizio del XX secolo ha portato con sé”, spiegano i curatori Marco Turinetto e Nicoletta Ossanna Cavadini. “Sicuramente il tema della grafica e del design è indice del nuovo ruolo assunto dalle carrozzerie delle auto, elevate a vero e proprio oggetto di culto”.
La mostra è visitabile fino al 30 giugno 2019.
Fonte: http://www.torinoggi.it/2019/04/02/leggi-notizia/argomenti/eventi-11/articolo/eleganza-del-disegno-armonia-delle-forme-cosi-la-grafica-ha-raccontato-lauto-nel-novecento-fo.html
Vinicio Paselli